“Catania per me è come un angelo. Era un momento triste della mia carriera, in cui ho accusato diversi infortuni. Ma grazie all’affetto della gente e della società sono riuscito ad andare avanti. Impossibile dimenticarla”. Così Pablo Barrientos ricorda, a La Sicilia, l’esperienza di Catania, vissuta inizialmente in infermeria e che, in seguito, ha dato grandi soddisfazioni al ‘Pitu’ ed alla tifoseria etnea in Serie A.
“Lo Monaco mi definì ‘Il Calcio’? Credo che l’abbia detto per darmi una pacca all’anima. Lui era sicuro di far vedere il miglior Barrientos in rossazzurro. Ho vissuto due vite in Sicilia. Ho trovato – anzi conquistato – la guarigione a Catania, questo ha reso il mio legame con squadra e città qualcosa di speciale per tutti. Barrientos è stato coccolato dal club e non dimenticherò mai ciò che ha fatto Lo Monaco per me, era la persona al posto giusto nel momento giusto, per me vero leader dentro e fuori dal campo di quegli anni. Il primo gol in Serie A contro il Lecce mi diede fiducia. Ho iniziato ad allontanare tante paure. Ricordo ancora l’esultanza di tutti i miei compagni. Ho giocato anche con Gomez e Bergessio, due giocatori incredibili con caratteristiche differenti: ci completavamo a vicenda”, sottolinea Barrientos.
“Quando lasciai Catania – prosegue – portavo dentro il dispiacere della retrocessione. Nel mio cuore Catania occupa un posto speciale, ma sentivo che era il momento di andare in uno dei club che amo, il San Lorenzo. Messi? In campo con l’Under 20 della Selecciòn argentina avevamo una bella intesa”. Sulla situazione attuale del Catania: “Auguro di cuore che possa tornare ad evolversi al meglio, portando sempre più soddisfazioni. L’amore e l’attaccamento dei tifosi verso il club rossazzurro sono qualcosa di profondo e autentico, staccati dalla categoria in cui la squadra milita”.
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