Prima i quattro punti di penalizzazione per violazioni amministrative, poi una decina di punti tolti a seguito dell’estromissione dal campionato di Turris e Taranto. In mancanza di questi episodi la salvezza sarebbe stata più a portata di mano per l’ACR Messina, costretta a fare i conti con le note vicissitudini societarie. Nei giorni scorsi il presidente del Trapani ha preannunciato che anche la società peloritana rischia l’estromissione dal torneo il mese prossimo, in realtà lo scenario più credibile è quello di una nuova penalizzazione che potrebbe essere inflitta.
Ad oggi la squadra di Simone Banchieri disputerebbe i playout con la Casertana e, sulla base di quanto dice il campo, il Messina attuale è una formazione con tante lacune (i 18 gol all’attivo ed i 45 al passivo ne sono la chiara testimonianza) ma composta da un gruppo affiatato, che non lesina sforzi. Domenica sera si giocherà un derby che nella sponda giallorossa della Sicilia è particolarmente sentito, quindi a maggior ragione il Catania farà bene ad attendersi un avversario sportivamente agguerrito, determinato a vendere cara la pelle.
A proposito dell’allenatore, dal 23 gennaio è al timone biancoscudato. Ha preso il posto del dimissionario Giacomo Modica. Da lì in poi i messinesi hanno vinto una sola volta, pareggiando in quattro occasioni e perdendo tre incontri. In tutti i casi il Messina è uscito a testa alta dai rispettivi confronti, pur avendo affrontato compagini come AZ Picerno, Benevento, Trapani, Monopoli e Avellino. A Cava de’ Tirreni, come sottolineato dallo stesso Banchieri, il Messina ha confermato di gettare il cuore oltre l’ostacolo riuscendo ad evitare una sconfitta che sembrava ormai certa (3-3), sfiorando persino il successo nel finale. E’ chiaro che, sotto il profilo caratteriale, qualcosa è cambiato. C’è anche da dire che a gennaio il club ha portato avanti un calciomercato rivoluzionario, condotto dal neo D.S. Domenico Roma (tornato in giallorosso dopo l’esperienza foggiana).
La perdita di profili affidabili ed esperti ad inizio stagione come il portiere Fumagalli, il centrale difensivo Pacciardi, il centrocampista Franco, gli attaccanti Rosafio, Emmausso, Ragusa, Zunno e Plescia, di giovani molto promettenti come Anatriello e Petrungaro ha significato smembrare il corpo di una squadra che dava altre garanzie sul piano qualitativo e tecnico. A gennaio, invece, sono andati via elementi come Salvo, Manetta, Rizzo, Ortisi. In compenso l’organico è stato rimpolpato con l’ingaggio di difensori che rispondono ai nomi di Dumbravanu, Gyamfi, Gelli e Ingrosso; Buchel e Crimi a centrocampo, gli esterni offensivi Chiarella e Dell’Aquila, gli esperti attaccanti Costantino e De Sena.
Quando si cambia tanto, spesso non è facile trovare la famosa amalgama. Eppure il Messina, al netto delle difficoltà emerse in campionato e dell’extra campo, gioca ogni partita alla morte con impegno e spirito di sacrificio collettivo. Tornando a Banchieri, si tratta di un allenatore con esperienza e carisma che ha già dimostrato di saper navigare in acque turbolente nel suo passato tra i professionisti. Come quando condusse il Novara ai play off per la Serie B fermandosi a un passo dalla finale nonostante una difficile situazione societaria. Il tecnico torinese ha dimostrato di saper gestire situazioni complesse e di ottenere risultati importanti anche con squadre giovani. La flessibilità e capacità di plasmare e motivare i giocatori, di adattarsi e innovare, ha convinto il D.S. Roma a puntare su di lui.
Il Messina di oggi è orientato verso l’utilizzo della linea difensiva a quattro con uno, due o tre trequartisti (4-3-1-2, 4-3-2-1, 4-2-3-1) oppure l’utilizzo di una mediana a tre con altrettanti attaccanti. A difesa dei pali, Krapikas si è dimostrato un portiere di sicuro affidamento e, probabilmente, di categoria superiore. Rientra dalla squalifica. Banchieri ha trovato un certo equilibrio nel reparto arretrato schierando Gyamfi, Gelli, Dumbravanu e l’ex Haveri. Pesa, in vista del Catania, l’assenza di un perno come Dumbravanu, difensore abile anche ad impostare. Al suo posto, tuttavia, dovrebbe agire un uomo d’esperienza (anche in B): il mazarese Marino, ex Ascoli, Venezia e Lecce, tra le altre.
In mezzo al campo Petrucci è un calciatore valido per la categoria (per lui anche più di 50 apparizioni in cadetteria), gioca con entrambi i piedi, abile nel gioco aereo, salta l’uomo e conclude dalla distanza. Sempre nel settore di centrocampo, Buchel può giocare sia da mezzala che da centrale ed è dotato di buone capacità atletiche e visione di gioco. Al posto di Crimi – defezione importante – potrebbe giostrare Pedicillo, una mezzala che si può adattare anche da trequartista, calciatore tecnico e anche abbastanza fisico, oppure Garofalo, con diversi gettoni di presenza nel professionismo e capace di abbinare dinamismo e qualità .
In avanti è da tenere d’occhio la punta Luciani. L’ex Frosinone, che sia di spalle o fronte porta è un elemento che svolge un lavoro proficuo per la squadra, attraversa un buon momento di forma (confermato dalla tripletta messa a segno nella recente trasferta con la Cavese, ndr). Mister Banchieri, all’occorrenza, in fase offensiva punta sulla rapidità , tecnica e freschezza atletica di giovani come Tordini, Vicario e soprattutto Dell’Aquila, scuola Torino. De Sena è una punta centrale dinamica che non dà punti di riferimento, Costantino da un paio d’anni è poco incisivo ma può far valere il proprio fisico e vanta più di 140 gol in carriera tra Serie D e C. Insomma, sotto molteplici aspetti il Messina è squadra da prendere con le pinze che non può essere sottovalutata malgrado l’attuale diciottesimo posto in classifica.
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