Alessandro Russo, scrittore di tante opere che riguardano la storia rossazzurra e nipote di Angelo Massimino, nel corso di Futura Gol, trasmissione a cura di Futura Production, analizza la stagione del Catania soffermandosi anche sulla figura del ‘Presidentissimo’:
“La stagione di questo Catania è una fotocopia della stagione scorsa, ahimè. Non tanto in virtù dei risultati che sono fallimentari come lo erano l’anno scorso, in qualche modo salvati con questa pezza che ci siamo conquistati strada facendo della Coppa Italia, una pezza che ha penalizzato il cammino in campionato perchè ad un certo punto la squadra ha mollato il campionato sapendo che c’era la possibilità di vincere la Coppa Italia. Il fallimento è quello della tifoseria che vede i giocatori impauriti di prendere il pallone. Se ad un certo punto i massimi dirigenti del calcio decidessero di abolire la regola del passaggio indietro, il Catania praticamente sarebbe fuori da qualsiasi campionato perchè gioca soltanto a passaggi indietro. E’ una cosa raccapricciante. C’è un fallimento tecnico, dirigenziale, medico, sportivo. Siamo veramente stufi”.
“Io capisco la gente che non è venuta allo stadio. C’è apatia, fino a qualche settimana fa veniva voglia di alzare la voce, adesso c’è soprattutto indifferenza ed è ancora peggio. E’ come se ci siamo accorti adesso che questo progetto, questo trapianto di organi vitali che vengono da un altro continente è fallito. Non è possibile immaginare di dare in gestione il club a delle persone che non sanno niente di Catania e non lo vogliono sapere, o nessuno di quelli che sono in società glielo ha detto, oppure se gli è stato detto non lo hanno capito. Siamo di fronte ad uno scempio. Per il catanese la partita domenicale è estremamente importante. Passa la voglia di seguire il Catania. Questa è una cosa che non si può accettare”.
“Angelo Massimino? E’ passato talmente tanto tempo che è davvero incredibile come la città tributi ancora queste manifestazioni d’affetto nei suoi confronti. La sua vita è diventata per me una storia da raccontare. Anzi, penso che ci sono anche gli estremi per farla diventare una fiction televisiva o un film cinematografico perchè racconta le ascese immediate, i capitomboli ma soprattutto la voglia di riscatto, che i sogni devono essere coltivati, bisogna alimentarli facendo di tutto per raggiungerli con lavoro, onestà, determinazione e passione. Tutte queste caratteristiche insieme rappresentano la figura di mio nonno. Uno che sbagliava, lo capiva, sapeva tornare indietro ed era schietto”.
“Oggi la schiettezza di Angelo Massimino non c’è. Non si sarebbe mai permesso di dire che la colpa è del ragioniere o del giardiniere se c’è una penalizzazione in classifica o dell’erba se ci sono degli infortuni. Angelo Massimino diceva le cose assolutamente come stavano. La città di Catania ha questa capacità di idolatrare giocatori, presidenti e allenatori quando le cose vanno bene e immediatamente dopo farli diventare dei poveretti. Con il catanese bisogna sapere parlare in modo chiaro. Massimino è stato capito dopo, quando non c’era più”.
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