E’ entrato nel tabellino dei marcatori praticamente ovunque abbia giocato. Tra le squadre in cui ha lasciato il segno, a suon di gol, spiccano Catania e Trapani. Parliamo di Giuseppe Mosca, grande protagonista della promozione in C2 del Catania nel 1995, oggi allenatore. In vista del derby siciliano di domenica pomeriggio al “Provinciale” è intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com.
Domenica si sfidano Trapani e Catania, un derby importante per i rispettivi obiettivi di classifica. Come vedi le due squadre in vista del match?
“Innanzitutto ricordo che sono stato capocannoniere sia a Trapani che a Catania. Ho anche segnato contro i rossazzurri tre gol in due partite quando vestivo la maglia granata. Per me erano derby particolari perchè ho lasciato il cuore ai piedi dell’Etna. Il Catania ha una guida tecnica che va avanti da luglio, recuperando gli infortunati ha acquisito una sua identità. Dall’altra invece c’è una squadra che ha cambiato quattro allenatori, con problemi interni. I rossazzurri stanno facendo un cammino costante, mentre il Trapani ha buttato giù un palazzo, non è semplice lì reagire quando le cose vanno male perchè conosco la piazza. Con Toscano ci ho giocato contro e posso dire che è un autentico martello, sono sicuro che il Catania non sottovaluterà le difficoltà ambientali del Trapani che, secondo me, somiglia per certi versi al Catania dell’anno scorso”.
Come valuti la stagione del Catania fino a questo momento?
“Il Catania ha un top allenatore e Direttore Sportivo. I problemi del Catania nascono lo scorso anno, con tutti quei contratti pluriennali stipulati. Non è un caso se in estate si è presentato il problema delle fideiussioni, avevano sul groppone tanti contratti consistenti di giocatori che si sono dimostrati inadatti alla piazza di Catania. A Catania devi scegliere molto attentamente prima di tutto l’uomo, riuscendo a tenere i ritmi della piazza e dei tifosi, perchè Catania vive di calcio, devi sapere sopportare lo stress che ci può essere in una piazza del genere. Se non hai gli attributi d’acciaio a Catania non puoi andare lontano. Lo scorso anno non c’era un Direttore Sportivo. Quando una società ha in essere tanti contratti in esubero, deve poi far quadrare i conti e non è facile. Ne risente il mercato in entrata, ed infatti quest’anno il Catania non ha potuto completare l’organico come avrebbe voluto Faggiano. Poi a gennaio tanti calciatori di un certo spessore non te li danno. Non è facile prendere attaccanti di primo piano nel mercato invernale, servono le tasche piene, la C è un campionato a perdere e Pelligra non può svenarsi sempre. Nel calcio ci sono anche una serie di scadenze federali da rispettare, centinaia di tasse da pagare. I soldi il Catania ce li ha ma il calciomercato dell’anno scorso ha impedito all’attuale gestione sportiva di fare i movimenti di mercato più opportuni. Faggiano ha dovuto fare le nozze coi fichi secchi, in base a quello che permettevano le casse societarie”.
Quali prospettive vedi nel progetto Pelligra?
“Due anni fa si parlava del fallimento del Catania, oggi c’è un presidente con importanti disponibilità economiche, la società è nuova e sta lavorando per strutturarsi meglio. Serve necessariamente dotarsi di un centro sportivo, di un campo di proprietà efficiente che non può essere il Cibalino, soprattutto per le misure ridotte del terreno di gioco. Sono convinto che il Catania rileverà Torre del Grifo Village ad un prezzo inferiore. Pelligra ha sbagliato quando ha fatto troppi proclami all’inizio, devi misurare le parole ma lui non ha mai fatto calcio, non è una figura che sa come parlare in questo ambiente. Deve essere un attimino più diplomatico, ma per me il progetto Catania resta valido. Devi costruire”.
Quanto è importante il ritorno all’operatività di Faggiano?
“Speriamo intanto che Faggiano si riprenda in via definitiva, garantendo la sua esperienza giornalmente, perchè conta molto la vicinanza di un Direttore Sportivo nei confronti della squadra, dei giocatori, parlare con loro nel momento del bisogno. L’allenatore prende le decisioni, non ricopre un ruolo semplice all’interno di uno spogliatoio. Allora il D.S. è una figura importante anche per far capire alla squadra, se ce ne fosse bisogno, che all’interno del gruppo è l’allenatore che comanda e non si tocca. A Trapani, ad esempio, c’è un presidente ‘padrone’ che sostiene che il calcio sia matematica. Non è così. Se tu non hai le persone giuste al posto giusto diventa un casino. L’espulsione di Liotti a Cava de’ Tirreni dopo appena 10 minuti di gioco ti fa capire che c’è confusione e poca serenità nell’ambiente granata. Torrente non si è dimesso, ma giustamente lui ha firmato il contratto che gli ha proposto la società. Comandi nella misura in cui sei tu che cacci i soldi, ma devi anche delegare i compiti e limitarti a fare il presidente. A Trapani c’è un mix di cose che non funzionano, altrimenti non riporti cinque sconfitte di fila”.
Quanto ha influito la presenza di tanti esuberi dall’inizio della stagione in casa rossazzurra secondo te?
“Moltissimo. Perchè fa male al gruppo la presenza di tanti giocatori fuori lista. L’allenatore ha bisogno di lavorare fin dall’inizio con il gruppo effettivo. Loro sono partiti in ritiro con molti giocatori che non rientravano nel progetto e qualcosa manca anche in termini di armonia nello spogliatoio in questi casi. Magari scherzi con il compagno ma sai che devi andare via e ti lamenti perchè stai lì come un’anima in pena, sapendo che non giocherai mai. E poi in società troppi ex possono innescare dinamiche di un certo tipo. Ho saputo che è andato via Lodi. Per carità, grandissimo giocatore e va sempre ricordato per questo ma se ad oggi non hai ottenuto risultati qualcosa non va e devi fare pulizia all’interno, perchè non puoi spendere 20 milioni di euro in due anni e vivere stagioni non all’altezza. E’ importante dotarsi di una struttura societaria forte, non basta avere una Ferrari a disposizione”.
Che idea ti sei fatto dei numerosi infortuni che hanno caratterizzato la stagione del Catania?
“Quando c’è un problema osseo, non puoi farci niente. Ma quando si presentano troppi problemi di natura muscolare c’è qualcosa che non funziona nella preparazione, inutile girarci intorno. De Rose è un giocatore carismatico, ha gli attributi ma è stato a lungo infortunato e lo devi gestire a livello fisico. Paghi queste situazioni perchè non sei più un ragazzino. Penso anche a Di Tacchio e Sturaro”.
Quale scenario vedi per il Catania in questo rush finale?
“Disputerà i playoff, dove solitamente non vince chi si piazza al secondo posto. L’importante è dimostrare di essere squadra forte e solida. Il Catania ha perso poche partite in questo campionato. Domenica scorsa c’era un rigore nettissimo contro il Crotone e avrebbe meritato ampiamente di vincere. Il problema è che la squadra ha vinto poco in questo campionato, conseguendo troppi pareggi. Al Catania mancano soprattutto i gol. Chi c’è in organico se si fa male Inglese? Faggiano purtroppo non ha potuto investire denari importanti su giocatori con un determinato profilo, capaci di risolvere le partite. Toscano ha dovuto fare di necessità virtù, adattando molti elementi della rosa, lavorando con tanti giocatori in ritiro che sapevano che non avrebbero fatto parte della rosa. Ha trovato un’eredità pesante. Ed è difficilissimo operare in queste condizioni, lo dico per esperienza da calciatore e allenatore. Mettiamoci anche i numerosi infortuni. Io penso che ora il Catania possa lavorare con una base consolidata per il futuro, effettuando innesti giusti e mirati per potenziare l’organico rendendolo massimamente competitivo”.
A tuo avviso quali caratteristiche sono mancate in modo particolare a questa squadra?
“Secondo me sarebbe stato necessario acquistare un altro centrocampista, giovane. Sarà perchè l’ho scoperto io ma Capomaggio, ad esempio, è un ragazzo brillante che vuole fare carriera, ha fame. Può giocare in un centrocampo a due, a tre, davanti la difesa, difensore centrale. Un jolly del genere fa la differenza. E poi due attaccanti veri. Se nel ’94-95 aveste tolto al Catania i gol di Beppe Mosca dove sarebbe arrivata la squadra in quel campionato? Inglese ha fatto un miracolo, perchè è uno che negli ultimi anni veniva da poche reti all’attivo e stagioni particolari ma ha dimostrato serietà, attaccamento, si è comportato da professionista di spessore. Mancano al Catania due pezzi da novanta in attacco, che Faggiano avrebbe pagato se non avesse fatto i conti con tutti quegli esuberi in estate”.
Cicerelli, Cianci e Di Carmine stanno facendo benissimo altrove. Come te lo spieghi?
“Sicuramente sì, questo è innegabile. Ma giocano in piazze ben diverse da Catania. Lo stesso Montalto lo scorso anno ha realizzato tante reti, ma a Caserta. Io ho fatto la punta a Catania, posso garantire che avevo gli occhi di tutti puntati addosso, in positivo o negativo. Sull’attaccante a Catania gli occhi sono puntati costantemente, deve essere bravo l’attaccante a subire le pressioni. Io Cianci onestamente lo avrei tenuto ma non sappiamo tante cose, magari la cessione è servita per sbloccare altre operazioni”.
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