Riportiamo alcune considerazioni del giornalista Angelo Patanè ai microfoni di Telecolor nel corso della trasmissione ‘Corner’ sul Catania:
“Ci stiamo accorgendo che se il Catania è una fede per molti, per altri invece è una palestra d’allenamento quando le cose non vanno bene per affilare i coltelli, ma ad essere razionali ci confrontiamo con una squadra che non ha sviluppato un sistema convincente di espressione di gioco. Ci accorgiamo che è una formazione che continua a perdere pezzi importanti, a sbagliare determinate situazioni che non possono non coinvolgere l’aspetto tecnico. Si deve comunque portare in porto questo campionato. Per farlo dobbiamo affidarci alla speranza, che passa anche da elementi pragmatici, da una riflessione importante che la dirigenza del Catania deve fare. Su tutti i punti“.
“Gli infortuni, ad esempio, non possono essere soltanto legati all’effetto tampone di avere trovato una struttura che ospita un paio di volte la settimana il Catania grazie al comune di Mistebianco. Va trovata una sede che da qui a fine campionato ospiti stabilmente il Catania. Misterbiano può essere un B&B comodo, anche ben strutturato, ma non può rappresentare la sede degli allenamenti, a meno che il Catania non trasferisca definitivamente la sede degli allenamenti a Misterbianco”.
“Grella è il punto apicale della società, su di lui si riversano le critiche sulla gestione, ma io reputo che in questo momento lui sia un uomo solo e che abbia bisogno non dico di un supporto o consiglio tecnico, ma di confrontarsi anche con gente che ragioni probabilmente in termini diversi, più costruttivi, che sia più addentro a determinate materie“.
“Rapporto società-giocatori? Non è possibile che buona parte di questi atleti scendano in campo non offrendo il meglio delle prestazioni, evidentemente c’è anche una questione che riguarda l’aspetto tecnico, lì è l’allenatore che entra in gioco e deve mettere il Catania nelle condizioni di giocare da squadra e senza paura. Non è possibile vedere Luperini che gioca una non-partita; possiamo prendercela con Pelligra, Grella, Alì Babà ma qui è una questione prettamente tecnica”.
“Io sono rimasto terrorizzato quando ci è stato detto nel post gara di Catania-Casertana che la squadra ha paura. Questo è un messaggio che non può passare, un errore tecnico gravissimo. Così come va ovviamente rivalutato l’entourage decisionale, perchè la sensazione è che non ci sia squadra nè dentro nè fuori dal campo. Se ci sono tanti yes man che non costruiscono o se ci sono dei profili che vanno rimpolpati, rivisti, trovando figure aggiuntive è il momento di farlo”.
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