MUTTI: “Catania, affetto dei tifosi patrimonio da salvaguardare. Assurdo mettere in discussione Toscano, serve unione d’intenti. Società ha due strade da percorrere in parallelo”

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Ex calciatore del Catania e allenatore con esperienze sulle panchine di squadre come Hellas Verona, Atalanta, Palermo e Messina, Bortolo Mutti dice la sua in relazione alle criticità evidenziate dal Catania nella stagione regolare e non solo. Riportiamo un estratto delle parole di Mutti nel corso di ‘Spazio Sport Live’, su Sicilia 242:

“L’elenco d’infortuni è notevole. Una riflessione la devi fare sulla gestione atletica e la preparazione, questa catena d’infortuni potrebbe essere determinata da qualcosa da rivedere. Poi c’è anche la fatalità nell’infortunio, per carità, ma la sequenza con cui si verificano questi infortuni deve fare riflettere un attimino sul lavoro anche in chiave di recupero degli atleti. Ormai certe situazioni vengono personalizzate nel gruppo, vista anche la conformazione fisica dell’atleta è un lavoro molto delicato e importante da compiere. Se alla fine fai un lavoro di alta qualità ne trai benefici, viceversa metti in difficoltà anche la squadra. Le assenze alla fine pesano nell’economia del campionato e della partita stessa”.

“Quando le cose non quadrano l’allenatore si sente sempre un pò responsabile. Mimmo l’ho avuto come giocatore, ragazzo eccezionale. Ha fatto un lavoro incredibile a Cesena. Metterlo in discussione sotto l’aspetto tecnico per me è assurdo. E’ chiaro che in un momento così anche per l’allenatore c’è quell’ansia del risultato per cui poi vai a rischiare un giocatore che magari non è in condizione di giocare. Lo fai in un ambiente come Catania, che è non Cerignola o Monopoli, dove ci sono situazioni di pressione ma molto più diluite. Non è facile neanche per Mimmo gestire il tutto in un momento in cui a volte avresti bisogno che le cose potessero inquadrarsi in una maniera magari più gestibile. Quando mancano i risultati è normale che anche l’ambiente attorno si disunisca, questo si ripercuote anche su certe voci che l’allenatore non deve sentire. Toscano deve isolarsi dalle voci, capire che sta portando avanti il lavoro con grande serietà e criterio. Ho vissuto anch’io dinamiche come queste”.

“Nelle mie esperienze lavorative non c’era solo un capitano ma una struttura di squadra dove ognuno doveva essere responsabile del reparto da gestire. Creavo una leadership nella squadra senza sminuire gli altri, senza privilegi. Nei momenti difficili mi sono sempre confrontato con il mio staff. C’è da dire che non è presente una figura importante per il Catania come Faggiano. Devi avere con lo staff un rapporto di grande feeling cercando insieme di ritrovare quelle certezze che in altri momenti c’erano. E’ una dinamica che devi saper gestire con grande personalità perchè l’allenatore è il punto di riferimento nello spogliatoio. Se i giocatori ti vedono titubante e incerto nel parlare o non dai sicurezza e la sensazione di avere in mano la situazione le cose vanno un pò a perdersi. Adesso lo spogliatoio deve dare grandi sensazioni a Mimmo di essere completamente con lui. La classifica del Catania è indecorosa, ma secondo me questo è il momento di capire che bisogna unire ancora di più, insieme, un certo tipo d’intento“.

“Io ho vissuto la realtà catanese, così come a Messina e Palermo. Questa altalena di risultati non ripaga tutto l’affetto che Catania ha attorno. Pressione? Catania ha il dodicesimo uomo. Non è una giustificazione sentirsi in difficoltà davanti ad un pubblico del genere. Io vedo le partite dell’Atalanta U23 a Caravaggio, ci sono 300 persone. Fanno la stessa categoria del Catania. Avere un ambiente che ti supporta, che ti porta un certo tipo di pressione è importante. I giocatori dovrebbero esaltarsi di fronte a queste cose. Io ho sempre amato questo tipo di ambiente. E’ chiaro che chi non ha carattere qualcosina la può risentire, ma quando giochi con un pubblico come quello di Catania è un patrimomio importante. In questi momenti è difficile trovare le giuste coordinate, rimettere in sesto una situazione che ogni domenica ti sfugge di mano, ma l’affetto dei tifosi rossazzurri è un patrimonio che deve essere salvaguardato“.

“A questo punto della stagione la società etnea deve fare delle analisi approfondite, capire cosa è andato e non, comprendere già adesso che strada intraprendere l’anno prossimo, dall’altra parte pensare alle partite mancanti, avere la capacità di giocare per raggiungere i playoff. Hai due strade da percorrere parallelamente, senza tralasciare niente. La società ha il dovere di capire e programmare sin d’ora un percorso in base all’esperienza acquisita ed agli errori commessi, allo stesso tempo ci sono ancora partite su cui si possono sviluppare delle attese che magari adesso vedi grigie, ma bastano 3 partite fatte in un certo modo e cambi visione. Situazione particolare, il Catania deve programmare in maniera decisa e credere di far bene nel rush finale“.

“Quali possono essere le squadre da tenere maggiormente in considerazione in chiave playoff? Sicuramente il Vicenza, la Feralpisalò è una squadra molto attrezzata. La Ternana la considero un’altra buona squadra, ce ne sono 4-5 su tutte ma l’importante è accedere ai playoff, poi te la giochi e tutto è possibile. Lo stesso Catania ha una buona rosa, recuperare certi calciatori vorrebbe dire tanto, farebbe crescere autostima, i risultati devono darti slancio. Non è facile ma nel calcio ne abbiamo viste tante, io un pò di ottimismo lo metterei”.

“Calcio siciliano in difficoltà? Eravamo abituati a tempi diversi. E’ un peccato. I presupposti per il Catania quest’anno erano veramente quelli di essere una squadra leader in campionato, il Palermo idem in Serie B, invece sono due squadre in sofferenza. Il Trapani ha una logica un pò turbolenta con il presidente e non si sa bene dove possa arrivare. I tempi sono diversi oggi. A Palermo c’era Zamparini, gente ambiziosa. Quando parlavo di calcio avevo sempre timore perchè Zamparini mi faceva delle domande per mettermi in difficoltà, lui era un grande intenditore, non potevi sbagliare. Oggi ci sono troppi fondi, presidenti stranieri, realtà che non vivono il territorio e certe tradizioni. Bisognerebbe riuscire a programmare con grande stabilità, non facendo passi indietro. Cercando di cementare quello che hai costruito. Mi auguro che il calcio siciliano rinasca perchè i tifosi e la gente lo meritano”.

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