Ha vissuto 11 stagioni nello staff tecnico del Catania con i migliori allenatori nella splendida epopea della Serie A, chiudendo il suo ciclo con la Fiorentina. Così Pino Irrera, ospite di Futura Gol, trasmissione a cura di Futura Production:
“Non è stata una grande gara, quella del Catania contro la Casertana. Passando in vantaggio magari si poteva riuscire a portare avanti un risultato che sarebbe stato importante per la classifica ed il morale, dando continuità al match di Monopoli. Sembra sia mancato un pò di coraggio, ma hanno influito anche le defezioni, non mettendo nelle condizioni migliori di esprimersi gli attaccanti, rimasti un pò soli a fare reparto. Esprimendoti fuori casa hai la mente più libera, in casa invece sai che ti chiami Catania e a maggior ragione la gente vuole vincere, devi impostare tu il gioco, gli avversari ti aspettano e giocano di rimessa. Questo comporta maggiori difficoltà. Più volte il Catania passa in vantaggio e non riesce ad incamerare l’intera posta. Magari non si ha il coraggio di ricercare il secondo gol e poi l’errore singolo lo paghi“.
“L’assenza di Faggiano è molto importante in questo momento, sia all’interno dello staff che per quanto riguarda il dialogo con i giocatori. Mi rendo conto che sia stata una perdita avvenuta anche in un momento particolare, ricordiamo i problemi riscontrati in sede di campagna acquisti iniziale, poi a gennaio non puoi pensare di stravolgere la rosa con una classifica così deficitaria. Adesso l’unica cosa a cui pensare è acquisire la migliore posizione possibile in classifica, fermo restando che i playoff sono un terno al lotto, un altro mini campionato”.
“Dopo l’esperienza dello scorso anno, quando lessi della presenza di Faggiano nella dirigenza e di Toscano alla guida tecnica, figure che io non conosco personalmente ma so della loro bravura, ero convinto che questa potesse essere l’annata giusta. E’ chiaro però che sappiamo tutti che giocare a Catania non è come farlo a Benevento o Cerignola. Servono i calciatori adatti. Lo staff tecnico e dirigenziale c’è, ma non è facile quando parti con l’handicap iniziale del mercato e strada facendo prendi giocatori che sono un pò un’incognita, che hanno giocato poco o provengono da ambienti con meno pressioni. Forse anche Toscano si aspettava qualcosa di diverso dalla società. Con tutti gli infortuni che ha in questo momento uno dopo l’altro non è facile mettere in campo un undici iniziale“.
“Dopo avere vissuto stagioni di alto livello è normale che ci sia poca pazienza a Catania, ma la passione dei tifosi è rimasta. La passione della tifoseria del Catania non ce l’ha nessuno. Si vedono domenicalmente dai 15 ai 20mila spettatori, questo non accade quasi da nessuna parte. E’ chiaro che si vuole vincere a tutti i costi, gestire la pressione non è semplice. Le difficoltà ci sono. La Casertana non ha in organico giocatori modesti, tu ti chiami Catania e non vinci a priori. Se ti trovi in queste condizioni, con una rosa deficitaria, giocatori fuori posizione, interni di centrocampo che non vanno ad aiutare la fase offensiva, il solo Guglielmotti attualmente disponibile con una gamba importante, fai fatica in questo momento nello sviluppo della manovra”.
“Non è possibile che una società che voglia puntare in alto si alleni in un campo di dimensioni ridotte come il Cibalino. Per un allenatore diventa complicato programmare il lavoro giornaliero. Credo che il club il prossimo anno farà qualcosa a riguardo, altrimenti non si cresce. Noi risultati migliori in A li abbiamo ottenuti a Torre del Grifo, sarà stato un caso ma io credo di no. Prima ci allenavamo tra Massannunziata ed il terreno in sintetico di Belpasso. Chi vuole crescere e ambire a certi livelli come merita la città non può continuare ad allenarsi al Cibalino”.
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