Quattro punti raccolti nelle ultime 5 partite. Solo Taranto, Turris, Sorrento, Messina e Casertana hanno fatto peggio. Il Catania continua a ritrovarsi in una posizione di classifica abbastanza anonima venendo raggiunto dal Trapani a quota 32 punti, con i granata che hanno sin qui deluso le attese ma sperano di potersi giocarsi nuove chance per il salto di categoria tramite la Coppa Italia, competizione snobbata (a torto) dal Catania.
Ai rossazzurri non resta che provare a centrare il miglior piazzamento possibile in chiave playoff, lavorando su un finale di stagione che permetta di prendere parte agli spareggi promozione nelle migliori condizioni possibili. Sempre che il Catania non venga addirittura risucchiato da chi lo precede in classifica. Intanto si riparte da un punto ottenuto su un campo non facile, al cospetto del Picerno che è squadra notoriamente ostica per tutti. E stavolta le parate di Farroni hanno evitato guai peggiori.
Un brodino tiepido che aiuta nella misura in cui la squadra di Toscano veniva da due sconfitte consecutive e, per la prima volta dall’inizio del nuovo anno, è rimasta imbattuta. Ma se le ambizioni sono quelle di disputare un campionato d’alta classifica, l’1-1 di Picerno non può bastare per considerare superata la crisi tecnica di una squadra che paga gli errori individuali ormai cronici e, prima ancora, una preoccupante fragilità sotto il profilo psicologico.
La squadra non è serena, per questa ragione mister Toscano ha preferito badare al sodo disponendo tatticamente un Catania ordinato e compatto in terra lucana, nella speranza che potesse incidere anche negli ultimi metri e aumentare la soglia di attenzione nel reparto arretrato. Quando, tuttavia, le idee latitano e la luce si accende ad intermittenza, faticando a trovare una precisa identità , è inevitabile che la strada si faccia in salita.
I margini di crescita dei rossazzurri passano dal completo recupero degli infortunati ma anche dal mercato di gennaio. Toscano chiede da tempo rinforzi adeguati e al più presto, non ha mai fatto mistero della necessità di inserire profili caratterialmente all’altezza e con caratteristiche tecniche funzionali. Urgono pochi innesti ma mirati in tutti i reparti, consegnando all’allenatore ex Cesena un gruppo più competitivo, omogeneo e numericamente arricchito. Al momento la montagna ha partorito un topolino. La dirigenza saprà trovare soluzioni valide a stretto giro?
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