Sette mesi dopo il confronto vinto di misura dal Catania contro il Messina, riecco il derby tra le due squadre allo stadio “Angelo Massimino”. Nuovo campionato e squadre profondamente diverse da allora. Il Catania ha rilanciato con un restyling finalizzato a vivere una stagione molto competitiva, il Messina ha puntato sulla scoperta di giovani talenti nella speranza che diano i frutti sperati, confermando al timone giallorosso mister Giacomo Modica.
Modica, da calciatore, lo si ricorda come centrocampista tessitore di trame efficienti, dinamico, in squadre come Palermo, Licata, Messina, Acireale e Ternana. Nelle vesti di allenatore è stato per tanti anni assistente tecnico di Zdenek Zeman, con il suo 4-3-3 propositivo e votato all’attacco. La scorsa stagione è tornato in terra peloritana portando la squadra alla salvezza, dopo i citati trascorsi da giocatore (biennio in B) e precedentemente ancora alla guida tecnica giallorossa, in questo caso abbandonando il Messina la bassa classifica fino a risalire al sesto posto nel 2017/2018 (Serie D). Quest’anno Modica ha adottato anche il 4-2-3-1 ed il 3-5-2 come soluzioni tattiche alternative.
Il Messina arriva all’appuntamento con una classifica che lo vede al terzultimo posto con soli 9 punti dopo 12 giornate: 1 vittoria, 6 pareggi, 5 sconfitte, 11 gol fatti e 22 al passivo, dati poco esaltanti per una squadra che fa registrare un’età media inferiore ai 24 anni, terza più giovane del girone C dopo Juventus Next Gen e Cavese. Dei 9 punti attuali, 7 sono arrivati al “San Filippo-Franco Scoglio” e soltanto 2 in trasferta. Bottino decisamente magro per la compagine peloritana che, in generale, nelle ultime cinque partite ha racimolato 3 punti siglando 2 gol e subendone 10 (6 ad Avellino, ndr).
Finora il Messina ha pareggiato spesso, in qualche occasione mettendo in difficoltà avversari di livello come Benevento, Trapani e Monopoli. Addirittura a Trapani, giocando per lunghi tratti dell’incontro in inferiorità numerica, è andato molto vicino ad una clamorosa vittoria. Sembrava che la formazione di Modica stesse trovando la quadra, ma le ultime disastrose sconfitte di Avellino e, in casa, contro la Cavese hanno fatto suonare tanti campanelli d’allarme. E’ evidente che il 6-0 maturato al “Partenio-Lombardi” abbia lasciato degli strascichi. Ora il Messina cerca uno scatto d’orgoglio a Catania, ma la sensazione è che la rosa allestita quest’anno presenti diversi buchi rispetto alla passata stagione. Al “Massimino”, inoltre, pesa l’assenza per squalifica del 36enne Marino nel reparto arretrato.
La perdita di profili affidabili ed esperti come il portiere Fumagalli, il centrale difensivo Pacciardi, il centrocampista Franco, gli attaccanti Rosafio, Emmausso, Ragusa, Zunno e Plescia ha significato smembrare il corpo di una squadra che dava altre garanzie sul piano qualitativo e tecnico. Gli arrivi di Anatriello, centravanti di 20 anni in prestito dal Bologna, e l’esterno offensivo Petrungaro, alla lunga potrebbe essere delle scommesse vincenti. Tuttavia, avere stravolto l’ossatura con tanti giovani che necessitano di tempo per inserirsi nei meccanismi di Modica appare un azzardo.
In questo contesto il Messina confida nella riconferma di capitan Manetta in difesa, dell’ex rossazzurro Frisenna a centrocampo, dei terzini Salvo, Lia e Ortisi. Per il resto dalla freschezza atletica e dalle potenzialità del centrocampista offensivo Pedicillo, di Rizzo in difesa, Anzelmo a centrocampo, i già citati Anatriello e Petrungaro passano le speranze di salvezza di una squadra che, comunque, necessita di robusti interventi nel mercato di gennaio.
Domenica, al di là della superiorità sul piano tecnico del Catania e delle lacune evidenti emerse finora, Modica chiederà alla sua squadra di mettere la gara sotto il profilo dell’intensità, della gamba, della corsa e dell’intelligenza tattica. Provando in qualche modo a mettere in difficoltà il Catania. Ai rossazzurri il compito di non lasciarsi sorprendere, superando l’ostacolo peloritano in un percorso sempre pieno d’insidie, mai da sottovalutare. A maggior ragione in un derby, dove spesso i valori tendono ad azzerarsi.
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