A MENTE FREDDA | Fatti, non parole. Il passo del gambero

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foto Catania FC

“Quando tutti capiremo il nostro potenziale saremo una macchina da guerra”. Era il 21 ottobre quando il laterale sinistro Armando Anastasio rilasciava queste dichiarazioni ai microfoni di ‘Futura Gol’. Da allora è trascorso quasi un mese e risulta evidente come il Catania non abbia ancora dimostrato appieno le proprie potenzialità, oppure la squadra è stata un tantino sottovalutata dopo il buon avvio di stagione.

12 punti incassati nelle prime 7 giornate di campionato (media di 1.71 a partita), 9 punti nelle successive 7 (media di 1.29) per un totale di 21 sul campo (penalizzazione di un punto). Il passo del gambero. Spesso le dichiarazioni dei protagonisti dopo un risultato insoddisfacente sono improntate sulla volontà di rimboccarsi le maniche in vista della gara immediatamente successiva. Fiumi di parole che non trovano riscontro concreto nei fatti.

Prova ne sia che che i rossazzurri stentano a decollare. Al di là delle difficoltà evidenti di un centrocampo che accusa pesantemente le assenze, in ordine d’importanza, di Di Tacchio, Sturaro e De Rose. Non a caso, non solo il Catania fatica maledettamente a trovare la via della rete al “Massimino”, dove la quasi totalità delle avversarie adottano un atteggiamento prudente, chiudendo le linee di passaggio; da qualche tempo mancano la compattezza e l’organizzazione che hanno caratterizzato le battute iniziali della stagione.

E’ riscontrabile, inoltre, un atteggiamento meno aggressivo, con una ridotta intensità del pressing. Dov’è finita quella ferocia agonistica, quella determinazione che poi è tipica delle squadre allenate da Toscano? Lo stesso tecnico calabrese, prima che si scendesse in campo a Crotone, aveva più volte parlato alla squadra sottolineando quanto fosse importante cogliere l’attimo, visti i risultati delle dirette rivali Avellino e Benevento.

Toscano si è fidato del gruppo, riponendo fiducia al cospetto di un avversario dalle indubbie qualità offensive ma alquanto deficitario in fase difensiva. Il Catania, che fino ad un mese e mezzo fa vantava una retroguardia difficilmente penetrabile, è riuscito a fare peggio del Crotone dietro. Con un disastroso Adamonis in porta, una linea difensiva facente acqua da tutte le parti, un centrocampo sfaldato.

Unica nota positiva, l’inserimento di Stoppa, al suo primo gol in maglia rossazzurra e che ha dato il giusto input per gli assalti finali del Catania, sfiorando un clamoroso pareggio. Per il resto regna la confusione, l’amarezza per l’ennesima occasione sprecata ma soprattutto per come è maturata la sconfitta. Non può essere questo il vero Catania. La reazione evidenziata a Foggia e Crotone dimostra come gli etnei, se accendono la luce, possono tornare ad incutere timore alle avversarie. A prescindere da limiti strutturali che dovranno essere colmati sul mercato di gennaio.

Le prossime sfide con Trapani e Avellino, probabilmente, non rappresentano il banco di prova ideale per ripartire. O forse sì, suonando la sveglia in un momento assai delicato per i rossazzurri, chiamati a dare un segnale forte da qui alla conclusione del girone d’andata.

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