Andiamo a conoscere il Team Altamura, prossimo avversario del Catania in quello che sarà un confronto inedito, con un ampio focus sulla squadra pugliese ed il tecnico Daniele Di Donato.
Prima di diventare allenatore, Di Donato, escludendo una breve parentesi in A con il Siena nella stagione 2004/2005, ha militato per la maggior parte della sua carriera nella serie cadetta. Centrocampista di grandissima affidabilità, ha purtroppo dovuto affrontare una battaglia molto più seria fuori dal campo. A soli 24 anni, durante la militanza nel Palermo, la moglie e madre di suo figlio, Roberta Foglia, perse la vita colpita da un arresto cardiaco. Si strinsero attorno alla famiglia anche i tifosi del Catania.
Il 16 aprile 2003 lo stesso Di Donato in un’intervista disse: “Il calcio in questo caso non c’entra niente. Non c’entra il tifo, non c’entra il campanilismo. In questo caso il calcio e la vita sono due cose completamente diverse e io ho deciso di ringraziare i tifosi del Catania per l’affetto che mi hanno dimostrato nel momento più difficile della mia vita. Quella esperienza mi ha fatto capire quanto sia grande il cuore della gente di Sicilia. I tifosi del Palermo li ho ringraziati e non finirò mai di farlo, ma voglio ringraziare anche quelli del Catania. Prima del derby andrò sotto la loro curva e deporrò un mazzo di fiori in memoria di Roberta”.
Appesi gli scarpini al chiodo nel 2014, Di Donato comincia la propria carriera da allenatore nel 2017 scendendo in Serie D sulla panchina della Jesina. L’anno successivo arriva la firma con l’Arzignano. Con la squadra vicentina vince la Serie D ed ottiene la promozione in C. Con Arezzo e Vis Pesaro centra un nono e quattordicesimo posto in terza serie, prima di approdare a Latina rimanendo sulla panchina nerazzurra per tre anni (dodicesima posizione e ottavo posto i migliori risultati ottenuti, ndr).
Il filo conduttore di queste stagioni è il 3-5-2, modulo frequentemente adottato dal tecnico nativo di Giulianova che, però, negli ultimi tempi ha opposto alle avversarie anche il 4-1-4-1 e il 4-2-3-1. Le fasce sono senza dubbio la chiave di volta, creando forte densità al centro. L’assetto offensivo del Team Altamura è costruito con giocatori che offrono fantasia e tanto movimento tra le linee.
“Provo sempre ad aggredire in avanti e impostare la partita, senza subire mai. Ci vuole una certa forza mentale, ma provo sempre a mettere in campo questo“, ha dichiarato in occasione di più interviste Di Donato. In trasferta, però, soprattutto al cospetto di squadre dal tasso tecnico superiore, c’è una tendenza a togliere la profondità ed aspettare la giocata dell’avversario nella propria metà di campo, anche da parte delle due punte, per poi ripartire con pericolosità.
Il Team Altamura gioca le partite casalinghe al “San Nicola” di Bari, in quanto il “Tonino D’Angelo” necessita di importanti intervenuti strutturali al fine di adeguarlo alle esigenze del campionato, ed ha raccolto finora 7 punti (di cui 6 in trasferta), frutto di 2 vittorie, un pareggio e 5 sconfitte con appena 6 reti all’attivo e 12 subite. Altamurani che dopo le prime quattro sconfitte di fila in campionato hanno raccolto l’attuale punteggio in classifica nelle successive gare.
I biancorossi si affidano in porta all’esperienza ed affidabilità del 34enne Pane (ex Avellino, Siena e Benevento tra le altre). Punti di riferimento nel reparto arretrato sono Gigliotti, dotato di prestanza fisica, buona tecnica e abile nei calci da fermo, ed il classe ’97 De Santis, cresciuto nelle giovanili della Roma: fu convocato in più di un’occasione nella prima squadra giallorossa da Spalletti sfiorando l’esordio in Europa League. E’ stato un pilastro nel Latina di Di Donato, che lo ha fortemente voluto riaccogliere in Puglia.
Sulla fascia destra, si pone in evidenza per qualità fisiche e dinamismo il classe 2003 Moussa Mané di origine senegalese ma molfettese d’adozione, essendo giunto piccolissimo in città, altro profilo interessante conosciuto da Spalletti, che lo ha convocato più volte nella prima squadra del Napoli quando il ragazzo faceva parte del vivaio azzurro.
Nell’out sinistro Di Donato adotta spesso soluzioni diverse: vedi l’inserimento di Poggesi o Acampa, esterni a tutta fascia, oppure impiega giocatori con caratteristiche più offensive come Peschetola – molto duttile che eccelle in dribbling e velocità calciando abbastanza bene le punizioni – o Bumbu. Quest’ultimo, vecchia conoscenza di mister Toscano a Cesena, si definisce un “recupera palloni, bravo a portare più avanti possibile la squadra, attivo in fase offensiva che difensiva”.
In mezzo al campo Dipinto (2002) è il faro della squadra, veste i colori biancorossi per la terza stagione consecutiva. Al suo fianco agisce solitamente Franco, 30enne regista di qualità che guida e prende per mano la compagine puginese, ma per Di Donato c’è anche l’opzione Andreoli, mediano di 21 anni con prospettive interessanti. Attenzione al mancino di Rolando, classe 1992 che può ricoprire i ruoli di trequartista, ala o mezzala che vanta oltre 200 presenze in Serie C. Ad oggi è proprio lui il calciatore più impiegato tra le fila dell’Altamura.
Spicca, inoltre, l’estro del 24enne trequartista palermitano D’Amico, cresciuto nelle giovanili del Palermo, dell’Inter e della Sampdoria, autore di 3 gol finora in biancorosso. Sulla trequarti (ma può agire su tutto il fronte offensivo) va evidenziata anche l‘esperienza e la tecnica di Minesso, calciatore che ha militato per diverse stagioni in Serie B.
In avanti l’insidia principale per il Catania è Leonetti, attaccante di sicuro affidamento, guizzante, capace di giocare anche da seconda punta pura e allargarsi sull’esterno. Non è da sottovalutare il centravanti Sabbatani, ancora a secco di reti in campionato ma autore di tre gol in Coppa Italia, e la fisicità di Ryduan Palermo, figlio della leggenda argentina Martín Palermo.
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