Tra gli attuali ex della sfida Casertana-Catania figura anche Andrea Campagnolo, attuale preparatore dei portieri dei falchetti, che militò tra le fila rossazzurre in qualità di estremo difensore, ai tempi del Catania in Serie A. Riproponiamo il contenuto di un’intervista dove lo stesso Campagnolo si espresse, tempo fa, ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com tornando sull’esperienza vissuta alle pendici dell’Etna:
“Quando venni a Catania la dirigenza di prospettò un ruolo da assoluto protagonista. Diciamo che quando firmai per il club rossazzurro sarei dovuto essere il portiere titolare. Dopo però arrivò anche Andujar così ci ritrovammo due galli nello stesso pollaio. Con mio rammarico posso affermare che non avevo modo di invertire le gerarchie perché doveva giocare sempre lui ed anche quando magari il portiere argentino attraversava dei momenti di difficoltà le scelte erano diciamo obbligate. A me è dispiaciuto tantissimo non essere stato tanto preso in considerazione nonostante ciò che fossi riuscito a dimostrare negli anni precedenti. Per il resto fuori dal campo mi sono sempre trovato benissimo. Catania è una città molto calda con dei tifosi davvero attaccati alla maglia. E’ stata sicuramente un’esperienza di vita stupenda per me”.
“Nei tre anni che ho vissuto alle pendici dell’Etna posso affermare che la squadra, la società e la dirigenza erano sicuramente al top. Si facevano sempre acquisti mirati e di ottimo livello aiutati anche dagli agganci giusti specialmente in Argentina. Lo Monaco era un po’ il padre padrone che si sentiva in dovere di far tutto ciò che voleva ma, in quegli anni lì, alla fine dei conti ha sempre avuto ragione lui. Forse la società e Pulvirenti hanno voluto fare il passo più lungo della gamba pensando troppo in grande. Tra il centro sportivo, contratti onerosi ed altri aspetti si fa presto a contrarre dei debiti. In più se sul campo le cose non vanno bene, con la retrocessione in B capitata qualche anno dopo il mio addio, le entrate ne risentono. Cambia tanto a livello economico tra la Serie A e la cadetteria ed è lì che molto probabilmente sono iniziati i veri problemi”.
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