TURRIS-CATANIA, il doppio ex Tarantino: “Due club dove sono stato benissimo. A Catania Massimino era un funambolo. Turris, quel rigore parato al Palermo…”

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Pietro Tarantino

Tra gli ex storicamente più rappresentativi della sfida Turris-Catania spicca l’ex centrocampista Pietro Tarantino. In vista del confronto di Torre del Greco, riprendiamo l’intervista rilasciata tempo fa ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com dallo stesso Tarantino nel ricordo delle esperienze vissute in entrambe le piazze:

“Due club dove sono stato benissimo. Ricordo quello storico rigore parato al Palermo quando giocavo in C1 nella Turris. Venne espulso Visconti al 94′, m’improvvisai portiere e riuscì a parare un calcio di rigore. Io, alto 168 cm. Assurdità del calcio. Provai un’emozione unica. Quell’anno potevo militare nel Palermo ma non mi hanno voluto, fu una bella soddisfazione e rivincita per me. Parai il rigore a Scarafoni che era infallibile da cinque anni dal dischetto. Al termine di quella partita feci anche esonerare mister Arcoleo. A parte gli scherzi, i tifosi del Palermo ce l’avevano più con me quando giocavo nel Catania che per quell’episodio. Ma io ho effettuato scelte professionali, pensavo alla mia carriera”.

A Torre del Greco ho fatto anche il capitano responsabilizzandomi da subito. A Catania ho scoperto la passione di una città che vive tutta la settimana di calcio. Porto con me il ricordo delle promozioni ottenute con entrambe. Nel 1997 militavo tra le fila della Turris e festeggiammo il salto di categoria in C1 battendo proprio il Catania in finale Play Off. Contro il Catania vincemmo il match di ritorno di misura, grazie alla rete siglata da Antonaccio, ma molto importante ai fini della vittoria fu il pareggio a reti bianche maturato all’andata a Catania. I rossazzurri fecero pochissime azioni da gol, contenemmo alla grande gli etnei costruendo le fortune della stagione su quel pareggio”.

Nella stagione 1998-99 vinsi il torneo di C2 in rossazzurro. Emozioni indelebili. Da calciatore rossazzurro le emozioni provate vincendo il campionato furono diversissime da tutte le altre piazze. Perchè a Catania si respirava un’atmosfera da Serie A e ci sentivamo giocatori da A. Facevamo circa 20mila spettatori a partita. Ti riconoscevano tutti in città, ovunque andavi. Catania ha un bacino d’utenza molto importante. Torre del Greco è una piazza esigente ma non è la stessa cosa di Catania, dove il patron Massimino dettava legge dappertutto, era un funambolo, un tipo che piaceva a tutti”.

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