Al Catania vanta importanti trascorsi da calciatore e allenatore. Mister Pasquale Marino ha svelato qualche aneddoto nel corso della presentazione del libro “Girotondo Rossazzurro” di Orazio Provini:
“Ero abituato a vedere Massimino in televisione, quando ce l’avevo davanti a contrattare ero emozionato, Feci il contratto quando ero in vacanza, presero me e Ardizzone, era una battaglia raggiungere l’accordo economico con una differenza di 5 milioni di vecchie lire. Non c’era stato verso di far cambiare idea a Massimino. Dopo avere litigato per 30 minuti, però, io firmai e lui si girò verso il segretario dicendogli «dacci 3 milioni ‘o carusu che deve fare il trasloco lunedì». Ricordo che quell’anno arrivò anche Mimmo Crisafulli, aveva fatto la preparazione in Puglia e poi era tornato al Gravina, l’ha preso il Catania e poteva giocare a Novembre. «Come sta u carusu?», chiedeva Massimino al prof., il quale gli rispose «fra 15 giorni vola». Il presidente disse «no facissi avvulari troppu iatu se no ‘mpingi no filu da luci» (ride, ndr)”.
“Gangi? In occasione di quella partita mia moglie – che non è tanto tifosa – con la bambina decise di venire fino a Gangi. A quei tempi non c’era il navigatore, seguì una macchina di tifosi con il simbolo di un elefante sul tetto per raggiungere lo stadio. Quando allenai il Catania, invece, venivo da un anno di B ad Arezzo, ero giovane per la categoria e mi misero in mano una Ferrari. Nel momento in cui mi chiamò per la prima volta Lo Monaco, dicendomi di essere la prima scelta, io a malincuore rifiutai perchè ero in parola con l’Arezzo. L’anno dopo lui venne ad Arezzo, dopo la salvezza sul campo andai in hotel parlando fino alla 3-4 di notte. Ci siamo rivisti l’indomani mattina, il presidente dell’Arezzo mi spinse a rimanere. Io però avevo un debole per Catania“.
“Quando ci salvammo a Bologna contro il Chievo Verona, avevo annunciato che sarei andato via chiudendo il mio ciclo in rossazzurro. Se non avessimo vinto il Catania sarebbe retrocesso, mia moglie sarebbe rimasta a Bologna ed io l’avrei raggiunta. Invece tornai a Catania con la squadra per i festeggiamenti e fu un delirio“.
“Se potevo tornare al Catania? Ci furono 2-3 tentativo di ritorno abbastanza concreti. Nel 2015 Pulvirenti aveva cominciato a chiamarmi ad aprile, dicendomi che se fossi salito in A con il Vicenza mi avrebbe lasciato lì, altrimenti sarei potuto tornare al Catania. Avevo tante richieste. Raggiunsi un accordo con il Catania la sera prima dei ‘Treni del gol’. L’indomani, invece, fu una giornata terribile. Avevo dormito a Torre del Grifo con il mio staff. Delusione incredibile nel vedere tutti i ragazzi che lavoravano all’interno della struttura, tanti dei quali poi si sono ritrovati senza lavoro. Oggi il telefono squilla ed è mia moglie che mi chiama per fare la spesa. Ci sono annate così. E’ stato bello per me vivere a Catania, prima ancora lo feci grazie all’esperienza al Paternò”.
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