Qualche giorno fa un autentico fulmine a ciel sereno ha colpito il Padova, in particolare l’ex giocatore del Catania Michael Liguori, autore di 4 gol e 3 assist in questo campionato. E’ stato condannato in primo grado dal Tribunale di Teramo a una pena di 3 anni e 4 mesi per violenza sessuale. La vicenda risale al 5 luglio del 2018, quando Liguori aveva diciannove anni e si era trasferito dal settore giovanile del Pescara al Notaresco, in Serie D. Assieme a un amico, anch’egli a processo e condannato in primo grado alla stessa pena, aveva dato appuntamento a due ragazze per una serata ad Alba Adriatica. Secondo l’accusa, i due avrebbero abusato delle due minorenni, all’epoca dei fatti di 16 e di 14 anni e mezzo. Dopo quella serata le due ragazze hanno presentato formale denuncia, a cui sono seguiti sei anni di indagini.
Per entrambi i suoi assistiti l’avvocato Mauro Gionno aveva chiesto assoluzione piena, nella sua memoria difensiva, «perché il fatto non sussiste». Secondo il legale, infatti, non vie era stata alcuna violenza, né alcuna minaccia quella sera. C’era stato il consenso delle due ragazze «o comunque è mancato il dissenso nel soggetto passivo». In ogni caso, aveva aggiunto il legale nel chiedere «l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato», mancava di dolo. «Il dolo riguarda la sfera psichica dell’autore, il quale non ha comunque avuto la consapevolezza di un dissenso (non manifestato). Ha comunque avuto la ragionevole certezza della esistenza di un consenso».
Argomentazioni che evidentemente non hanno convinto i giudici di Teramo che hanno stabilito la condanna. Gionno ha però annunciato immediato ricorso «una volta lette le motivazioni, in quanto questa sentenza è del tutto inaccettabile e siamo certi di poter dimostrare l’innocenza di Michael e dell’altro mio assistito».
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