EX ROSSAZZURRI – Fini: “Catania, mi fido molto di Toscano. Bisogna entrare in campo pedalando al 150%”

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Un giocatore che verrà ricordato sempre come l’eroe della promozione del Catania in Serie B nel 2002, colui che con un suo gol ha consentito ai rossazzurri di festeggiare il salto di categoria in occasione della finale playoff disputata col Taranto. Michele Fini è intervenuto nel corso della trasmissione ‘Preview’, su Telecolor:

“E’ un po’ presto ancora per dare dei giudizi completi. Il Catania in C gioca sicuramente per vincere il campionato e le altre giocano per batterti. Sappiamo tutti che quando parliamo di Catania ci riferiamo ad una squadra, tifoseria e città importanti. Per esperienza le avversarie danno quel qualcosa in più essendo un privilegio per loro battere il Catania. Questa è la difficoltà maggiore che può incontrare la squadra, ma Toscano è un allenatore vincente e di grande esperienza, sa come motivare il Catania e spiegare ai ragazzi come le avversarie ti daranno filo da torcere”.

“Sono sicuro che il Catania ha le armi giuste per poter essere protagonista in un campionato che è ancora equilibrato. Io mi fido tanto dell’esperienza di un allenatore che fatto molto bene in questa categoria. Ho visto per intero la partita di Giugliano, qualche disattenzione in più c’è stata rispetto alle altre gare ma in mezzo al campo e offensivamente vedo tanta qualità, tanti ricambi e gente che può ruotare. Sono fiducioso, mi fido molto di Toscano, ripeto perchè conosce la categoria, i giocatori, se ha voluto determinate caratteristiche è sicuro che con quelle potrà far bene”.

Il Catania crea tanto, produce occasioni e questo è positivo. Vuol dire che la squadra ha in testa quel che l’allenatore richiede. Quando la squadra segue le direttive dell’allenatore, prima o poi i risultati arrivano. Non sarà facile, lo ribadisco, perchè le altre squadre giocheranno alla morte contro il Catania. Devi fissartelo in testa, entrare in campo pedalando al 150%“.

“In ogni squadra è fondamentale avere la presenza di leader. A partire dalla leadership che deve avere l’allenatore, poi ci sono quei 2-3 calciatori che hanno sempre un filo diretto con il mister e trasmettono poi il segnale a tutta la squadra, indirizzandola verso l’obiettivo e tenendo a bada lo spogliatoio. Sturaro per esperienza, carisma, carriera e gli spogliatoi che ha vissuto mi sembra l’uomo ideale, molto positivo per l’esempio che dà in campo. Il leader non è solo a chiacchiere, ma è anche quello che dà l’esempio agli altri e quello che dice lo porta avanti per primo”.

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