Il giorno successivo alla scomparsa di Totò Schillaci, un’altra notizia che ci addolora. Profondamente. Apprendiamo che all’età di 52 anni si è spento l’ex Direttore Sportivo del Catania Christian Argurio. Dopo essere stato colto da un malore improvviso, era ricoverato in condizioni critiche da un paio di giorni, lottando tra la vita e la morte. Purtroppo non ce l’ha fatta.
“Con un dolore straziante, Novara Football Club comunica la scomparsa del direttore sportivo Christian Argurio. Dopo il malore occorso nella giornata di martedì, si è spento oggi presso l’Ospedale Maggiore di Novara”, si legge attraverso la nota ufficiale diffusa dal club azzurro. “La Società intera è distrutta per l’improvvisa e incommensurabile perdita. Anima buona, un amico e un punto di riferimento per tutti, sempre disponibile con la sua gentilezza e professionalità. La sua straordinaria umanità, unita alla sua grande conoscenza del calcio, hanno lasciato un segno indelebile nel nostro cuore. In questo momento di profonda sofferenza, ci stringiamo attorno alla compagna Roberta, al figlio e a tutta la famiglia”.
Ci lascia un uomo di calcio a 360 gradi, animato da una passione autentica e genuina. Dal mese di febbraio faceva parte dello staff dirigenziale del Novara, con l’Amministratore Delegato Pietro Lo Monaco. Entrambi hanno lavorato a lungo insieme, lo stesso Argurio sottolineava spesso di avere imparato tanto da Lo Monaco nel corso della sua carriera. Argurio ha ricoperto incarichi importanti in società come Udinese, Bari e Juventus. Ha lavorato per l’Acr Messina (squadra della sua città e di cui era tifoso) in più occasioni, ma in Sicilia era legatissimo anche ai colori rossazzurri, operando alle pendici dell’Etna con competenza e professionalità, occupandosi negli anni dell’area scouting e della direzione sportiva etnea.
Sognava di riportare il Catania in Serie B, ha avuto spesso modo di ricordare a mezzo stampa quando fu davvero ad un passo dalla promozione in cadetteria. “La beffa in C è sempre dietro l’angolo, noi a Catania perdemmo la possibilità di giocare una finale playoff solamente ai calci di rigore. E per due stagioni consecutive arrivammo tramite i playoff a sfiorare la promozione in B”, disse tempo fa ai microfoni di tuttoc.com.
A settembre del 2019 lasciò Catania per effettuare il grande salto all’Hajduk Spalato. Il Catania, come da comunicato stampa, consentì “allo stimato dirigente di accettare la prestigiosa proposta di una blasonata società europea e cimentarsi nella nuova imminente avventura all’estero”, sottolineando il concetto di “valorizzazione del talento forgiato in questi anni di proficuo lavoro per la causa rossazzurra” di Argurio, che per il Catania “ha agito in modo intelligente e maturo”.
Argurio salutò così il club ed i tifosi rossazzurri: “Congedandomi, ringrazio sinceramente il Calcio Catania, in tutte le sue componenti ed aree, per avermi dato l’opportunità di maturare sul piano professionale e soprattutto personale. Ho avuto il privilegio di operare per una società che mi ha sempre garantito fiducia, rispetto e considerazione; con uomini e donne competenti, che alla professionalità aggiungono tanto cuore e un grande senso d’appartenenza, un tratto che rende l’esperienza rossazzurra diversa da tutte le altre e destinata a rimanere impressa nella memoria”.
“Il patron Pulvirenti e il Direttore Lo Monaco mi hanno incoraggiato e supportato costantemente: quest’ultimo, che in passato ha ricoperto con successo il mio ruolo, ha guidato la mia crescita professionale offrendomi continuamente preziosi insegnamenti e grandi stimoli, anche esortandomi con forza a migliorare e dando l’esempio in termini di quotidiana abnegazione. Lascio il Catania che in realtà non lascerò mai, sul piano emotivo” e, rivolgendosi ai tifosi del Catania, disse: “Siete davvero straordinari, vi abbraccio idealmente perché riconosco in voi passione e valori. Grazie di tutto”.
Argurio, che ha ricoperto anche incarichi dirigenziali all’Akragas ed all’Istria, stravedeva per il calcio slavo, conosceva a menadito il mercato dell’Est vedendo tante partite e seguendo da molto vicino la storia di numerosi talenti e ragazzi provenienti da quell’area, desiderosi di mettersi in mostra. “Pjaca, Caleta-Car, Brozovic, Vrsaljko e Kramaric? Li ho visti crescere praticamente”, disse in un’intervista a calcioslavo.it. Scoprì, tra gli altri, il talento dell’attaccante Bruno Petkovic, cresciuto nelle giovanili del Catania e, oggi, calciatore di livello internazionale.
Il nostro Direttore, Livio Giannotta, ricorda quanto segue: “Era fisicamente lontano da Catania, ma vicino con il cuore. Guardava con apprensione al futuro del club prima che lo spettro del fallimento diventasse realtà. Era sempre al corrente delle vicende rossazzurre. Anche nel periodo successivo alla risoluzione del contratto per approdare all’Hajduk, si prodigava a dare consigli e suggerimenti per il bene del Catania. Si aggiornava costantemente su tutto. Era anche un assiduo lettore di TuttoCalcioCatania.com, testata che seguiva con simpatia. Un giorno mi chiamò per commentare un articolo riservato ai calciatori del Catania “Top e Flop degli ultimi dieci anni”. Penso al racconto di tanti aneddoti e alle belle parole spese per Petkovic, sottolineando l’importante plusvalenza fatta per la cessione del difensore Luka Bogdan dal Catania al Livorno, sborsando i toscani quasi un milione di euro. Custodisco il ricordo di un uomo perbene, cordiale e disponibile, professionista impeccabile che amava il suo lavoro”.
Rivolgiamo un abbraccio forte ai familiari, porgendo loro sentite condoglianze.
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