FAGGIANO: “Mercato? Sono un pò deluso e arrabbiato. Bravi a mutare in corsa, i soldi li abbiamo spesi. Inglese, mi ha colpito in primis la motivazione”

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foto Catania FC

Il Direttore Sportivo del Catania Daniele Faggiano analizza il mercato portato avanti nella sessione appena conclusa, in sala stampa. Ecco quanto evidenziato:

“Non sono contentissimo del mercato per quello che è il mio modo di lavorare perchè fare le entrate forse è la cosa più semplice, fare le uscite è un pò più complicato poichè ci sono diverse varianti come la famiglia, il procuratore, l’agente e la scelta di un calciatore. Noi abbiamo 6 giocatori fuori lista che ci portano a stare attenti a tante situazioni perchè i budget pesano, pensavamo che qualcosa di più in uscita si potesse fare ma dobbiamo fare di necessità virtù. Tanti giocatori hanno rifiutato le squadre. Qualcuno voleva andare in B ma non aveva mercato lì, qualcuno forse per abitudine non ha proprio cercato squadre, oppure ha rifiutato la possibilità di andare a giocare in prestito. Opportunità da sfruttare, questa, perchè io vado a vedere se posso le partite nelle quali giocano i nostri calciatori in prestito, del resto io mi potrei anche ricredere. Soprattutto qualcuno che ha giocato molto meno. Questo ci ha penalizzato e ci penalizza”.

Qualche giocatore ha chiesto il prolungamento del contratto prima di andare via, ma non ho accordato alcuna richiesta. Di Carmine è andato a Trento. Consideriamo che è del 1988, lo devo ringraziare. Ha deciso di non restare qui a guardare, posso fargli un applauso poi lui ce la può avere con me perchè si fanno delle scelte. Capisco che dopo aver giocato a Catania uno ambisca a squadre più altolocate, lo posso comprendere per un giocatore di 20 anni ma non lo capisco soprattutto per uno più grandicello a scadenza di contratto. Se dicono che non li ho aiutati economicamente, non è la verità“.

“Io sono stato sempre molto chiaro con tutti, adesso la lista è piena e non possiamo fare altro. Ognuno si prenda le proprie responsabilità. Fino a gennaio gli esuberi saranno qui, qualcuno sparlerà ma noi cercheremo di comportarci nel migliore dei modi ed io ho le spalle grosse perchè sono abituato ad assumermi la responsabilità delle scelte. Mi prendo le colpe se la squadra va male perchè i calciatori li ho scelti io. Sono un pò deluso, arrabbiato perchè poi devo sentire che non ci comportiamo bene. Noi siamo l’unica squadra ad avere portato tutti i giocatori in ritiro, 40, ed è una spesa per la società. Prima di partire in ritiro ho chiesto se chi non faceva parte del progetto rimanesse a lavorare in ritiro con il preparatore oppure a casa. Ringrazio Costantino, Di Carmine e Marsura che hanno accettato, ognuno di loro per propria scelta o motivazioni, giuste o sbagliate, ma sono rimasti a Catania ad allenarsi. Hanno capito che lavorare in ritiro avrebbe complicato il lavoro dell’allenatore, essendo in tanti, per il resto li abbiamo portati tutti ad Assisi”.

“Sono bravi ragazzi, anche quelli che non fanno parte del progetto o che sono andati via ma non possono dire che non ci siamo comportati nel modo giusto. Grazie a dio qui in città stanno tutti bene e anche come società ma devono darci una mano. Mi piace fare delle scommesse, anche se la parola in sè non mi piace, in generale cercare di impegnarmi sempre per la mia squadra cercando soluzioni. Bisogna rispettare i contratti dei calciatori, dispiace perchè in Italia si parla solo di soldi, non di regole. Se il giocatore vuole andare via e riceve un’offerta più vantaggiosa ma ha un contratto con me fa di tutto per andarsene, se io invece decido di fare delle scelte economiche ma il giocatore non vuole andare lo devo tenere per forza. Non è alla pari così, succede il 100% delle volte. Per cui io sono penalizzato. Nel lavoro ci metto passione, poi posso sbagliare ma con sincerità e onestà. Io non ho mai minacciato nessuno. Ho un carattere particolare, tanto aperto e allo stesso tempo tanto chiuso ma un pò ci rimango male se devo pagarli senza utilizzarli e mi dispiace ancora di più per loro”.

“Se ho avuto disagi a seguito del caso fideiussione? Io non l’ho avuto il disagio, oggi sono qui per parlare di mercato in quanto Direttore Sportivo del club. A me è stato riferito di rivedere delle cose e ho detto di starci, non abbandonando la nave dove sono venuto con tanto entusiasmo. Ci siamo rimboccati le maniche tutti, dal magazziniere agli altri, ma senza tristezza. Io non ho avuto nessun disagio, qualcosa è successo e lo sapete tutti. Rispondo solo a domande di mercato, lavoro con quello che ho a disposizione cercando di tenere compatta la mia squadra. Io ho dovuto tenere compatto l’ambiente perchè uscivano tante notizie e non era il massimo soprattutto per i nuovi giocatori. Potevo fare un altro mercato, vero, ma anche prima se avessi preso più giovani. Siamo stati bravi a mutare in corsa ma i soldi li abbiamo spesi, il giusto. Personalmente non mi tiro indietro. Se vedo voglia, passione, una città che vive di calcio, posso pure perdere ma so anche che se esco si parla del Catania e per me questo è uno stimolo forte”.

“Comprare i giocatori negli ultimi giorni di mercato può rappresentare la classica ciliegina sulla torta, che però deve essere completata altrimenti non mi fa impazzire. Eravamo in tanti in ritiro, un pò ingolfati anche perchè le uscite si sono arenate fino a ieri. Quale obiettivo? Le prime gare sono abbastanza toste, c’è stata qualche mancanza a Potenza, lunedì affronteremo il Benevento che è una squadra che ambisce, noi dovremo sudare sempre, voglio un Catania pronto a sudare e lavorare. In passato mi è capitato di sentirmi dire che sarei arrivato ultimo in Serie A ed invece ho concluso il campionato al nono posto prendendo giocatori poco conosciuti che poi sono esplosi… sarà il campo a parlare. Arrivando diversi giocatori ieri e giocando lunedì, l’ossatura della squadra non è facile trovarla in una settimana ma è un gruppo di ragazzi volenterosi e vogliosi di lavorare“.

“In un bacino d’utenza come Catania penso che si debba costruire piano piano, come si sta facendo. Noi siamo contenti anche dei ragazzi della Primavera grazie al lavoro di Orazio Russo. Due anni fa è stato smantellato il settore giovanile del Catania, io alla Sampdoria presi a seguito del fallimento del club qualche ragazzo. Il Sassuolo ne ha presi altri. Si può lavorare con i giovani, l’obiettivo sarà quello di farli crescere facendo uscire dieci Castellini e sarei contento se poi me li chiedessero. Adesso è tutto in fase di costruzione e bisogna lavorarci bene”.

“Castellini? Noi non siamo andati alla ricerca spasmodica di venderlo perchè ha fatto un anno di D, uno di C, sai che il prezzo poteva essere un punto interrogativo. Allora preferisco rimanga da noi oppure venderlo per poi tenerlo qui ma possono garantire sulla tranquillità e serenità del nostro capitano che va oltre le aspettative. Ho visto un uomo prima di tutto, questi anni maturati a Catania gli sono serviti. Ho visto un atleta professionista, lo guardo con ammirazione, tutti dovrebbero vederlo come riferimento“.

“Inglese? ha avuto qualche problema negli ultimi anni ma io non ho scoperto niente, lo pagai quasi 20 milioni al Napoli. Inglese, Caputo, Torregrossa sono tre figliocci miei, giocatori e uomini importanti… la scelta è ricaduta su Inglese e sapevo di portare a Catania non solo il calciatore ma anche l’uomo. Per tanti momenti diversi ci sono state delle variabili perchè qualcuno voleva rimanere in A o in B. Inglese con me è sempre stato chiaro, dicendo che sarebbe sceso in C solo per il Catania. Sapevo che si stesse informando sul girone, sui campi. Ho contattato il suo agente, lui è un ragazzo un pò schivo, non di tante parole. Mi ha colpito in primis la motivazione. Capita che un giocatore venga da un periodo non facile, al di là degli infortuni, anche per questioni mentali. Io una volta feci un anno con tre attaccanti che l’anno prima non avevano fatto gol, poi ci lavorai sul piano della motivazione ottenendo riscontri positivi. Non mi fa paura l’età. Spesso un calciatore più grande anche se non gioca aiuta fuori dal campo ed è fondamentale. Noi ne abbiamo abbastanza di giocatori con la testa sulle spalle“.

Abbiamo cercato di costruire una rosa lunga, competitiva per un girone tosto. Le prime partite hanno dimostrato che, ad esempio, se devo avere paura di una squadra dico il Cerignola che ha giocatori in rosa da più tempo, squadra compatta, ne ha aggiunto altri di calciatori importanti pur vendendone abbastanza. Infermeria? Spesso non diciamo nulla anche per un fattore strategico, lo fanno tutti ma noi cercheremo di essere più precisi. D’Andrea sta quasi per guarire, scalpita, non si aspettava di non giocare subito. Verna ha preso una botta a Potenza, il giorno dopo non sentiva nulla, poi è ricaduto sulla costola ed è fermo purtroppo”.

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