Mario Ierardi, neo acquisto del Catania, rilascia un’intervista al quotidiano La Sicilia soffermandosi anche sul coefficiente di difficoltà del girone C di Serie C e la scelta di sposare il progetto rossazzurro:
“Toscano è un martello. Ci segue in maniera quasi maniacale ed è giusto che sia così. Sono i giorni della formazione del gruppo, i giorni in cui le regole del tecnico devono essere prese alla lettera. Tutto quello che dice lo applichiamo alla lettera, aiutandoci a capire il suo modo di intendere il calcio. Quando apprenderemo le basi del suo gioco magari saremo più liberi di applicare le sue idee. Ogni giorno costruiamo qualcosa percorrendo tutti insieme lo stesso sentiero. C’è tanta gente nuova, siamo professionisti e cerchiamo di garantire il nostro apporto aiutando il compagno, lavorando con professionalità”, le parole di Ierardi.
“Non ho mai affrontato il girone C, provo a dare il mio contributo anche e soprattutto sui campi in cui si deve lottare. E’ il girone più tosto, qualche verità c’è. Negli altri raggruppamenti ci sono grosso modo massimo tre squadre che provano a emergere. Il girone C vede sempre 4-5 più sorprese per vincere il campionato. Il livello di intensità di gioco e quello di natura fisica sono imponenti”.
“Io specialista della difesa a tre? Mi adatto ovunque. Poi, è vero, con la barriera a tre mi sono sempre trovato benissimo ed è la più dispendiosa se ti disponi a uomo o meno. Perchè sì al Catania? Ho guardato al modo di giocare, alle ambizioni, alla presenza di un direttore preparato come Faggiano, di un allenatore top come Toscano e ci sono i migliori calciatori della categoria. Se qualcuno mi ha incoraggiato? A Vicenza ho ospitato Cataldi che aveva giocato in rossazzurro con la vecchia società, poi ho ritrovato Zanellato, Quaini. Il ‘Massimino’? Devo ancora provare questa emozione. Oggi mi sembra grande come la pista di atterraggio di un aeroporto”.
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