Intervista al quotidiano La Sicilia per il difensore rossazzurro Matteo Di Gennaro, che si sofferma su vari aspetti:
“Forse sono maturato più tardi. Nel calcio adesso ti danno la possibilità di migliorare quando sei più giovane. Allora forse i ragazzi venivano valorizzati di meno. Ma sono soddisfatto per quello che ho fatto e ho sempre l’ambizione di arrivare al punto più alto della carriera. La promozione in B con la Carrarese? Eravamo una squadra solida, ma a livello di blasone e potenzialità in tanti ci hanno sottovalutati. Ci può stare, ma chi è addentro ai particolari del calcio e leggeva i nomi in rosa sapeva che avremmo potuto lottare per vincere”.
“Io tre volte promosso in B? A prescindere dalla mentalità, devi guardare non a lungo raggio perchè il campionato non te lo permette. Per prevalere in C servono mentalità, fortuna e condizione perchè negli eventuali spareggi, ma anche durante la stagione regolare, ti capita di giocare ogni tre giorni. Noi a Carrara eravamo consapevoli di poter crescere. Chiudere il campionato al terzo posto ma con 73 punti dimostra il percorso che abbiamo fatto. Ci siamo imbattuti nel Cesena di Toscano che ha fatto cose straordinarie”.
“Toscano? La sua impronta è molto forte. Un allenatore esperto, non lo scopro io. Mette la sua impronta in una squadra che si sta ricostruendo, mette mentalità. Toscano ha vinto tanto, parlano per lui i numeri. C’è una chiara indicazione di gioco, aggiungendo la sua mentalità che in Serie C fa la differenza”.
“La scelta del Catania? Avevo letto di sondaggi di altri club ma quando mi ha chiamato il direttore Faggiano ho detto subito di sì. Mi piaceva la piazza, il progetto che mi è stato illustrato. E poi non nascondo che avere uno stadio con così tante persone ha influito molto sulla decisione. I circa 400 tifosi presenti nell’allenamento congiunto con il Montegranaro? Che spettacolo. Quell’entusiasmo mi ha dato conferma ulteriore della passione verso la nostra squadra”.
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