LA SICILIA – D’Andrea: “Catania, oneri e onori. Io in campo per riscattare il talento che mio padre non ha potuto mostrare appieno”

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foto Catania FC

Sono diventato un calciatore professionista per riscattare il talento che mio padre non ha potuto mostrare appieno. Era forte, ma non aveva i soldi per permettersi di giocare”. Così Filippo D’Andrea ai microfoni de La Sicilia. “Pasquale, mio padre, vive con la famiglia a Riano. Ora abbiamo il bar del paese. Tutti i suoi coetanei che incontro me lo ripetono: «Tuo padre era fortissimo». Ma i miei nonni non avevano i soldi per mandarlo a giocare”, le parole di D’Andrea. “Andava in campo in autostop, tornava e doveva darsi da fare per aiutare i miei. Era un mancino niente male”.

L’attaccante, poi, parla della sua carriera: “Il pallone è il cibo preferito dei ragazzini, al pari della nutella (ride, ndr) e ho cominciato a giocare nella scuola calcio della Lazio poi alle soglie del campionato Primavera, al Tor di Quinto per due anni e ho anche vinto il titolo juniores. 18 gol realizzati da under, 12 l’anno venturo, ma il Covid ci ha fatto restare a casa. Si era fatta avanti la Salernitana e mi ha tesserato. Sono andato in giro tra Foggia, Seregno e Teramo ma in estate tornavo alla case base per allenarmi ed è stato come realizzare un sogno. Nei ritiri ho cercato di rubare nozioni di calcio a Castori e a Nicola, in campo ho condiviso spazi e schemi con Ribery, per esempio. Castori mi ricorda l’attuale allenatore, Toscano. Proprio un martello”.

Ancora D’Andrea: “Mi piace partecipare al gioco e fornire cross e passaggi ai compagni. Non sono una punta egoista, agisco per il gruppo. Sul fronte d’attacco posso fare tutto: trequartista, seconda punta, giocatore più avanzato. Catania? Avendo giocato contro il Catania, in uno stadio monumentale, spero di ricevere affetto e sostegno. Ti prendi oneri e onori. Io lo so che se le cose andranno bene sarò applaudito, se dovessi sbagliare sarei criticato. Sicuramente se chiama Faggiano per il Catania non può essere un’annata come le altre”.

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