Il vice presidente ed amministratore delegato del Catania Vincenzo Grella partecipa alla conferenza stampa di presentazione del direttore sportivo Daniele Faggiano, motivando la scelta di affidare l’incarico al dirigente pugliese. Ne ha approfittato per soffermarsi anche su altre tematiche.
“Sono state settimane molto impegnative e intense. Sono felicissimo di presentare il nuovo direttore sportivo Daniele Faggiano che conosco da tantissimi anni. Averlo a mio fianco è un passaggio molto importante nell’ottica di una crescita continua del Catania FC. Il suo curriculum parla da solo. So quanto è carico, quanto lui può dare a questo club. Faggiano ha forte personalità, grande conoscenza del calcio italiano, ha vinto anche in Serie C in due posti diversi. So come lavora, so anche durante la settimana come vive il suo mestiere, 24 ore su 24. E’ uno che non si ferma un secondo. Questa è la mentalità che voglio fortemente l‘anno prossimo. Non c‘è un orario, un cartellino da timbrare. C’è da mettersi a disposizione in tutto e per tutto per arrivare al successo. La sua fame e voglia di portare questo club dove merita di stare mi ha convinto ad averlo al mio fianco perchè lui nasce con intenzioni simile alle mie. Non mette la sua persona al primo posto ma porta tutta la propria esperienza per il bene del Catania. Sono contento e orgoglioso che un dirigente di questo livello abbia deciso di venire qui con un’umiltà ed una voglia di lavorare che mi ha colpito”.
“Migliorare la comunicazione? Le buone intenzioni ci sono sempre state. Che possiamo migliorare la quantità e la velocità della comunicazione non lo metto in dubbio, fa parte dell’elenco di cose migliorabili ma dopo 23 mesi di lavoro penso che abbiamo fatto dei buoni passi avanti. Avendo avuto anche la forza e il coraggio di ammettere che sono stati commessi degli errori, cosa che non si verifica così spesso nel calcio italiano. In cambio a volte non abbiamo riscontrato buona volontà nell’accettare questo, ma fa parte della crescita di un club. Inseriremo nuove idee e modi di rapportarci con le persone”.
“Fin qui ho acquisito esperienza. Anche in Serie D per me è stata la prima volta da dirigente, non avevo mai avuto la fortuna di lavorare in un club in una e città così esigente per mettermi alla prova. Sono anche un professionista, una persona a cui piace riflettere su quel che accade e fare autocritica, a volte anche dura perché non mi basta mai quello che facciamo. Se ho sposato il progetto del presidente Pelligra non era per trovarmi un amico in più o avere un consenso in più. Io ho in testa un obiettivo, so dove vorrei portare la società ricercando il giusto equilibrio su come dirigere e come trovare gli uomini giusti che possano accompagnarmi anche nella mia crescita personale. Con certi professionisti accanto, si impara. Vogliamo creare un club forte dove tutti noi siamo orgogliosi di farne parte”.
“Torre del Grifo? E’ un discorso oggetto di continua valutazione. Nelle varie riunioni con il CdA io come riferimento principale cerco di spiegare approfonditamente l’importanza di dotarci di un impianto per far crescere il club. Le intenzioni del presidente sono chiare, attendiamo quelli che saranno i suoi prossimi passaggi. Io sono qui per programmare, non bisogna fare tutto senza sapere con precisione il costo e andando incontro a delle difficoltà. L’argomento legato al centro sportivo tocca la crescita della società. Allo scopo di far crescere il settore giovanile e produrre giocatori al nostro interno servono impianti adatti per allenare i ragazzi, rendendo un giorno tutti noi orgogliosi di vederli giocare in prima squadra. I solleciti su questo punto sono tanti e non smetterò di farli, per poi dedicare tempo e denaro”.
“I tifosi patrimonio del club? Non penso che cambieremo il nostro rapporto con i tifosi ed il modo di condividere le nostre intenzioni e la nostra crescita come club. La loro presenza è benzina anche per il nostro presidente, per continuare a sostenere certi investimenti proseguendo il percorso non semplice di un progetto per arrivare al top del calcio italiano. Il sostegno dei tifosi durante la stagione ha avuto un riscontro importante anche per tutto il calcio italiano che ha riconosciuto questa passione e vicinanza alla squadra in un’annata non così positiva, se non per la conquista del primo trofeo nella storia del club. Fatto, questo, poco riconosciuto. Lo dico con grande dispiacere perchè vincere un trofeo non è mai semplice. Il rapporto con i tifosi però è sano, speriamo sempre di ritrovare il loro calore perché siamo da poco tempo a Catania ma abbiamo fatto vedere le nostre intenzioni e la voglia di condividere questa bella sfida in buona fede e con tanta buona volontà”.
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