FAGGIANO: “Vengo in una città che ha fame, come me. A Catania solo gente motivata. Allenamenti al Cibalino e allo stadio. Ecco le nostre linee guida…”

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foto Catania FC

Il Direttore Sportivo del Catania Daniele Faggiano si presenta nella sala stampa del “Massimino”. Tanto entusiasmo e voglia di fare per il dirigente pugliese, che traccia le linee guida in vista della stagione 2024/25.

“Sono qui soprattutto per l’entusiasmo del vice presidente Grella e della città. Sono venuto con l’entusiasmo del primo importante giorno di lavoro. Il Catania è il Catania, non vengo in una categoria ma in una città che rappresenta un popolo. Io sono un uomo del sud e mi trovo bene con il popolo. Non posso nascondere che a volte ho cercato anch’io Grella, ci siamo corteggiati. Ha visto il mio entusiasmo nel venire a Catania non per racimolare un contratto, ma affinchè si costruisca qualcosa d’importante”.

“Ero allo stadio in occasione della sfida playoff con l’Avellino. Ho percepito subito un certo entusiasmo. Io vivo di calcio nonostante venga da una famiglia che non mastica calcio. Sin da quando ero piccolo mi emoziona vedere uno stadio del genere. Non mi emozionavo da tanto tempo e ho vissuto bene quella gara, anche se ero teso nella speranza di vincere. Dentro di me mi dicevo di non sbagliare a venire qui. Ci speravo. Catania è ambita, anche altri dirigenti corteggiavano Grella. Io sono orgoglioso di essere il Direttore Sportivo del Catania e di Catania, soprattutto. Non ha categoria questa piazza. Catania è conosciuta in tutto il mondo. Ho visto uno striscione rossazzurro anche nella finale di Champions. Quando andremo in trasferta saremo in tanti perché qui si vive di calcio e per Sant’Agata. Sono venuto qui per cercare di soddisfare la mia voglia di lavorare, di portare a casa qualche risultato e di soddisfare il vice presidente che mi ha scelto insieme alla società”.

“Stiamo lavorando già da un po’. Dopo la firma del contratto mi sono potuto esporre un po’ di più, per me questa è una sfida stimolante, senza paura. Catania è una città importante che ha fame, come me. Io ho fame di fare bene, di lasciare un segno in questa città. Di poter tornare tra vent’anni ed essere riconosciuto per qualcosa di positivo. Le chiacchiere le porta via il vento, non faccio proclami. Starò attento anche a rispettare le casse della società, lo farà insieme al vice presidente con cui il confronto è continuo. Cercherò di guardare bene le casse non perché me lo chiedono loro, ma perché è giusto così se si vuole tenere alto il nome di una società. Se io compro un giocatore fortissimo ma poi non rende, la società va in difficoltà. Io devo essere ricordato per aver fatto il bene della società e tutti i giocatori saranno presi con l’intento di essere funzionali alla nostra causa, senza svenarci. Come me, anche loro devono capire che ottenere risultati importanti a Catania può essere una cartina di tornasole positiva, perché questa non è una piazza come altre. Giocatori e allenatore devono venire con entusiasmo, con lo spirito giusto. Non perchè il presidente ha la gallina dalle uova d’oro. Ho girato diverse squadre e mi accorgo subito se qualcuno viene per altre motivazioni; devono essere adatti al mio credo e al credo del Catania. I giocatori bravi li conoscono tutti, noi dobbiamo prendere quelli funzionali alle nostre idee e che altri conoscono meno”.

“Non vi nascondo che sono un po’ emozionato. Sono orgoglioso di essere da questa parte, la mia soddisfazione sarà portare il Catania più in alto possibile. Personalmente ho un carattere un po’ spigoloso, ma spero di rappresentare nel bene il Catania. Adesso devo conoscere l’ambiente e vorrei iniziare parlando del presente. Giusto non dimenticare gli errori commessi nel passato, ma bisogna ripartire dalle cose buone. Io porto la mia esperienza, dobbiamo guardare avanti. Il primo passo è scegliere l’allenatore, poi con lui e la società individuare una strategia comune, prestando attenzione ai minimi particolari che tante volte ti danno quel qualcosa in più”.       

“Rivoluzionare la squadra? C’è da lavorare. Quella è la cosa che mi fa meno paura. Non vi nascondo che ho detto io stesso al vice presidente di firmare quanto prima per lavorare al più presto. C’è da lavorare tanto ed in maniera ponderata, a prescindere dal fatto che si possa registrare una rivoluzione o meno. Cercando di arrivare al ritiro di Assisi almeno con il 60-70% del lavoro svolto. Preferisco fare un forte mercato a giugno che dopo, poi vorrei fare delle cessioni. Non tutte le ciambelle riescono col buco ma farò del mio meglio. Ci stiamo già muovendo sul mercato in attesa di confrontarci con quello che sarà il nuovo allenatore, anche in base al sistema di gioco adottato”.

La squadra dovrà combattere e cercare di portare a casa il risultato giocando partite intense, facendo vedere a stampa e tifosi che c’è un obiettivo importante da raggiungere. Dove si allenerà il Catania? Al Cibalino e allo stadio. È una fortuna questa, perchè in tutti i posti in cui ho lavorato lo stadio viene utilizzato solo il giorno della partita, sarà un upgrade importante per noi. I problemi legati alle misure del Cibalino sono tutte scuse. La società spende tanti soldi per mantenere il manto erboso del ‘Massimino’, che è un buon manto. Questa sarà la nostra base”.

Non lasceremo solo l’allenatore perché tutti abbiamo bisogno di esserci l’uno per l’altro. Solamente l’unione porta a conseguire risultati importanti. Il tecnico del Catania dovrà essere prima di tutto motivato a venire ad allenare il Catania, andando di pari passo con le nostre caratteristiche. Con quale filosofia? Io qualche allenatore l’ho avuto, più stai sull’area di rigore degli altri più hai facilità nell’andare in porta. Se aspetti gli avversari è dura. L’orizzonte tecnico è quello. Prenderemo un allenatore che ci soddisfi ma non per il nome. Faggiano è arrivato adesso, sa parlare, è carico, simpatico, un po’ terroncello. Ma il 30 giugno sono contento se ci abbracciamo tutti. Adesso potrei prendere un nome altisonante e allora Faggiano viene considerato il numero uno, poi magari succede che quello meno conosciuto fa meglio. La scelta deve essere ponderata in un calcio che non è matematica. Toscano? Presenta un bel mix ma come anche altri allenatori. Noi non prendiamo un tecnico perchè è bello o ci è simpatico, sicuramente lui è uno dei nomi che stiamo vagliando. Va considerato anche l’aspetto non semplice che è tesserato con un’altra società, come altri tecnici del resto. Cercheremo di smussare delle cose”.

 “Se confermeremo giocatori della rosa? Abbiamo fatto delle valutazioni, sapere che in determinati elementi ci sia la motivazione che ti porta a dare non il 100% ma il 101% è qualcosa che consideriamo. Porteremo avanti sempre le nostre idee ed i giocatori le sposeranno attribuendo importanza anche ai comportamenti nello spogliatoio. A volte anche dare una pacca sulla spalla a qualcuno che ne ha più bisogno può servire più di un rimprovero. Il rimprovero ci può stare ma deve essere fatto in una certa maniera perchè la psicologia di un calciatore è importante, conta anche la nostra gestione verso lo spogliatoio. Voglio un Catania grintoso, voglioso, che sudi fino all’ultimo la maglia anche se esce sconfitto dal campo. Questa è la priorità. La parte tecnica è fondamentale ma i nostri calcatori devono possedere queste caratteristiche, devono piacere al popolo rossazzurro. Dobbiamo essere bravi anche noi come società ad inculcare questa mentalità”.

“Dobbiamo stare attenti anche ai giovani, quelli che abbiamo e da inserire, rispettando anche la lista. Sono contento io per primo se riusciamo a prendere un giovane ed a valorizzarlo portando delle plusvalenze alla società, ma la lista un po’ ci frena, ci sono anche dei contratti da rispettare. I giovani sono una prerogativa ma guardiamo la realtà di una squadra che due anni fa era in D. Io alla Samp avevo giocatori di Catania bravi che potevano benissimo rimanere sotto l’Etna ma vicissitudini li hanno portati fuori. Altri li ho dati al Sassuolo. Cercare di portare i catanesi in prima squadra è un obiettivo della società. Non è facile avere tutto e subito, nel calcio come nella vita. Servono anche le infrastrutture. Cercheremo anche di avere più società vicine nel territorio, mandando qualche ragazzo in prestito”.  

“Vedremo se qualcuno di ritorno dal prestito andrà in ritiro con noi per essere valutato insieme all’allenatore. Io mi sono fatto un’idea su questo punto, la esporrò all’allenatore e poi ci lavoreremo su. Tante volte un giocatore che non ha fatto benissimo l’anno prima può darsi che, toccando le corde giuste, possa dare qualcosa in più l’anno successivo. In generale non è detto che giocatori che si pensa possano andare via non rimangano. Valuteremo a 360 gradi anche i comportamenti del calciatore. A quale obiettivo puntiamo? La risposta possiamo darla attraverso il lavoro. Adesso direi solo chiacchiere. Se Grella ha scelto me, ci stiamo mettendo la faccia e prenderemo giocatori importanti vuol dire che vogliamo fare qualcosa di buono lavorando per il bene del Catania, anche senza dormire se necessario. Io sono molto scaramantico“.

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