FAGGIANO: due passi indietro per ritornare in alto, il D.S. ci riprova

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foto Catania FC

Una scelta responsabile, per certi versi coraggiosa, fortemente voluta. Non è da tutti ripartire dalla C dopo avere lavorato negli ultimi anni in Serie A. Soprattutto se sei un dirigente esperto e ben conosciuto che risponde al nome di Daniele Faggiano. Non è la prima volta che il Direttore Sportivo leccese accetta la sfida di rimettersi in gioco dal basso per poi puntare a costruire qualcosa d’importante rilanciando le proprie ambizioni. Era già successo quando, nel 2012, chiuso il rapporto professionale con il Siena venne chiamato dal Trapani Calcio per avviare il processo di ricostruzione del club granata.

Avrebbe potuto operare in categorie superiori, ma decise di sposare il progetto trapanese. Risultato? Conquista della promozione in B disputando dei bei campionati fino ad arrivare ad un passo dall’accesso diretto alla A perdendo la finale playoff contro il Pescara. Nel 2016, poi, altra esperienza siciliana, stavolta nella massima categoria per sostituire Rino Foschi a Palermo. Una bella responsabilità. L’avventura, tuttavia, fu breve per via di incomprensioni con il presidente Zamparini riguardanti la scelta dell’allenatore e le decisioni sul mercato.

All’indomani dell’esonero di De Zerbi, Faggiano presentò le dimissioni e pochi giorni dopo ecco per lui arrivare una nuova chiamata dal basso, quella del Parma, in Lega Pro. I ducali poi furono promossi in Serie B al termine della stagione dopo avere vinto i playoff. L’anno successivo, confermato a Parma, all’ultima giornata di campionato ottenne il secondo posto che valse il salto in A, categoria che ai parmensi mancava da tre anni dopo un fallimento e tre promozioni consecutive.

L’ultima esperienza professionale alla Sampdoria non è andata secondo le aspettative, non incidendo come avrebbe voluto. In seguito ha ricevuto numerosissime chiamate, lui però ha preferito aspettare con serenità. Avrebbe accettato un nuovo incarico solo nel caso in cui avesse percepito la volontà di fare calcio in un certo modo. Attraverso la realizzazione di un progetto ambizioso, supportato da una società e proprietà solide.

Quando ha avuto l’occasione di raggiungere il “Massimino”, ai playoff, nella sfida Catania-Avellino, lui era già al corrente della possibilità concreta di operare sotto l’Etna ma quella sera ha capito una volta di più che la sponda rossazzurra della Sicilia fosse l’occasione giusta per ripartire. Dal momento in cui ha ricevuto le chiavi da Grella, Faggiano si è messo subito al lavoro con l’intento di porre delle basi importanti in una piazza affamata di calcio. La stessa fame che anima il Direttore Sportivo pugliese, voglioso di contribuire allo sviluppo di un grande progetto.

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