EX ROSSAZZURRI – Gaucci: “Catania, ti accolgo con piacere. Faggiano appoggiato da una grande società. Ecco come si vince in C”

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L’ex presidente del Catania Riccardo Gaucci, oggi patron dell’Assisi che ospiterà proprio i rossazzurri in ritiro a luglio, è stato ospiti di Hashtag Sicilia nel corso di ‘Hashtag Rossazzurri il Talk’. Spazio per commenti relativi al Catania del presente e ricordi del passato:

La società la vedo benissimo. Vedo una società vogliosa, una società determinata, grintosa, che ha possibilità economiche e non ha lesinato sforzi l’anno scorso, nè tantomeno quest’anno. Anche Grella lo vedo benissimo. Secondo me quest’anno si è pagato un pò lo scotto della Serie C perchè io vi posso garantire che la C è il campionato più difficile di tutti. Anche noi nel primo anno di C iniziammo male, poi quando arrivò Guerini portammo avanti una cavalcata meravigliosa fino alla finale persa contro il Messina. Fu un anno di prova per noi e anche per questa società lo è stato, però noi l’anno successivo vincemmo i playoff a Taranto e sono fiducioso che il prossimo sarà l’anno giusto per il Catania”.

A me fa immensamente piacere che il Catania svolga il ritiro ad Assisi, sapete quanto io tenga al Catania, per me è una seconda pelle. Io ho vissuto i 4anni più belli e intensi della mia vita a Catania, è la squadra del mio cuore. Quando ci siamo parlati con la società c’è stato subito un feeling eccezionale con questa nuova società. Abbiamo messo a disposizione tutto quello che era possibile da parte nostra, considerate che siamo una società neonata, nata circa un anno fa. Quel poco che possiamo mettere a disposizione sarà messo interamente a disposizione del Catania”.

 “Ho sentito Zeoli, siamo rimasti in contatto, lui ha fatto a mio modo di vedere un grandissimo lavoro. Ci ha messo il cuore, la vita, quando decide di fare qualcosa ci mette tutto se stesso ed un po’ come me in questo senso. Guardando i risultati ottenuti, il Catania ha vinto la Coppa Italia di C, poteva fare forse qualcosina in più. E’ stato un po’ sfortunato, la squadra era stanca ed ha fatto i conti con parecchi infortuni perché avrebbe potuto battere l‘Avellino. Dico la verità, è andata in finale playoff la Carrarese, l’ho vista giocare qui a Perugia e non mi ha fato una grandissima impressione. Da quel punto di vista se si fosse riuscito a vincere contro l’Avellino magari si poteva sperare in grande”.

“Faggiano lo conosco benissimo. Perché abbiamo avuto a che fare quando io ero al Floriana e lui al Trapani, con Cosmi presero Coronado che poi diventò uno dei più forti della B. Persona determinata, grintosa, capace, che sa quello che vuole. Soprattutto a Catania sarà appoggiato da una super società, perché in questo momento secondo me Catania ha una società di Serie A alle spalle, con le potenzialità economiche di questo gruppo faranno benissimo secondo me, ma non è detto che avere l’allenatore bravo, il direttore sportivo bravo, la società migliore ed i giocatori migliori sia matematico vincere il campionato. Ci sono più percentuali possibili per vincere ma poi esistono delle variabili che durante la stagione possono capitare. Ma ripeto, io parto sempre dall’essere molto fiducioso e positivo. Toscano-Faggiano è un binomio che mi piace, con Grella alle spalle. Secondo me sarà una gran bella stagione”.

Magari quest’anno si pensava che con i nomi si potesse vincere il campionato, ma dalla D alla C ci sono mondi completamente differenti. Gli errori commessi secondi me non saranno ripetuti. Che poi il Catania ha vinto la Coppa, partecipando dunque ai playoff come terza classificata, io tutti questi errori non li ho visti. Diciamo che c’è stata anche un po’ di sfortuna non recuperando giocatori importanti ai playoff e con diversi infortuni. Questo è un campionato maledetto, il prossimo anno ci saranno squadre importanti, il Trapani ad esempio. Non sarà facile, ma ribadisco di avere fiducia. E poi qual è quella società che non pagherebbe per avere una tifoseria come quella del Catania? E’ come vedere l’Olimpico sempre pieno in C, per un giocatore venire a giocare a Catania deve essere un onore”.

“La vittoria dei playoff a Taranto nel 2002? A Taranto dal magazziniere al capitano passando per me e tutta la società eravamo veramente determinati. Mi saltarono addosso a fine gara, mi aggredirono ma non me ne fregava niente, volevamo vincere con la cattiveria giusta e abbiamo portato a casa il risultato. Trovammo la B scritta sul campo, questo ci diede una spinta ulteriore. Sapevamo di giocarci tanto, la reputazione, con tantissimi soldi investiti. Per noi era o la vita o la morte quel giorno. Anche se ci avessero aspettato 200mila persone avremmo fatto sportivamente la guerra. La squadra entrò in campo con una determinazione incredibile. Mi colpì tanto Baggio, quando al centro del campo poco prima del fischio d’inizio diede quella spallata a Bonomi, lì si intuiva che noi eravamo al 100%. Uno come Baggio non era proprio il più grande combattente, ma quel giorno è stato un leone inferocito come lo siamo stati tutti. Per vincere i campionati bisogna essere così. Anche il Catania che verrà il prossimo anno dovrà essere così, le ballerine non possono fare questo tipo di campionato, soprattutto il girone C di Serie C”.

I colpi di mercato che mi sono rimasti impressi da presidente del Catania? Uno è Oliveira, il secondo Beppe Mascara perché quando mi chiamò Angelozzi dicendomi che era infortunato, gli dissi di prenderlo ugualmente perché sapevo che sarebbe stato il calciatore del futuro e poi si è rivelato tale”.

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