49 anni fa il Catania festeggiava il ritorno in Serie B grazie alla vittoria per 3-0 inflitta alla Turris in trasferta. Riproponiamo le parole rilasciate tempo fa ai nostri microfoni dagli ex Catania Claudio Ciceri e Valeriano Prestanti, rivivendo quel giorno:
CICERI: “Fu un’annata molto difficile perchè lottammo fino all’ultimo con Bari e Lecce. Quel gol rappresentò una liberazione per noi, ci permise di arrivare primi non andando agli spareggi. Tra l’altro i giocatori della Turris avevano dei premi in caso di loro vittoria o pareggio. Se fosse finita in parità, un premio grandissimo. Se avessero vinto, un premio raddoppiato. Perciò la Turris, finchè ha avuto forza ha sputato sangue. Fu una battaglia, un primo tempo giocato alla morte dai corallini. Noi però siamo venuti fuori nella ripresa. La mia rete sbloccò la situazione, dopo è stato tutto più facile. Sullo 0-0 l’arbitro annullò ingiustamente un gol e non mi fu concesso un calcio di rigore solare. I tifosi catanesi invasero Torre del Greco, ma ovunque i sostenitori etnei ci seguivano. Era una festa continua. Al ritorno da Napoli, ricordo l’aeroporto Fontanarossa con 10mila persone ad accoglierci per festeggiare la promozione tanto desiderata”.
PRESTANTI: “Ricordo una cavalcata molto difficile, in quello che fu il mio primo campionato importante da professionista. Arrivammo a +1 dal Bari. Una squadra stupenda con gente come Spagnolo, Ciceri, Petrovic, Simonini, Malaman. Per me è stato bellissimo. Era un Catania solido, formato da gente veramente forte per la categoria. Non eravamo favoritissimi per la vittoria finale. C’erano formazioni come Bari, Reggina, Lecce… belle realtà. La solidità del gruppo ha contribuito a fare la differenza, eravamo molto legati tra di noi anche se con caratteri completamente diversi. Petrovic, ad esempio, era un pazzo scatenato. Quando si presentavano problemi eravamo tutti uniti. Io mi sentivo protetto, anche se me la cavavo da solo. Voglio bene a tutti quei ragazzi, un gruppo straordinario. Dopo la vittoria esterna con la Turris, l’aeroporto di Fontanarossa era pieno di gente. Io mi sono ritrovato improvvisamente dalla scaletta dell’aereo al pullman senza mettere piedi a terra. Mai vista una cosa del genere nella mia carriera. Altri compagni di squadra a Catania e tuttora amici continuano a parlare di quei momenti”.
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