Mister Michele Zeoli analizza tanti temi in sala stampa, dopo la vittoriosa prestazione del Catania contro l’Avellino al “Massimino”. A cominciare dallo spirito di gruppo della squadra rossazzurra, che ha saputo interpretare al meglio una gara difficile:
“In vista del match di ritorno mi porto l’interpretazione della squadra su alcun movimenti che potevano metterci in difficoltà perchè dall’altra parte c’è un allenatore preparato e giocatori forti. Tante cose le hanno interpretate loro. Parlo di Quaini e Welbeck, che hanno letto alcune situazioni sul momento. Un conto è vedere il video, un conto è trovare situazioni in cui non sei pronto. Mi porto questa intelligenza di alcuni giocatori, la compattezza del gruppo, di chi è entrato e non. Prima della partita avevo chiesto questo. L’allenatore non puoi mai chiedere la vittoria perchè dipende da tanti fattori, ho chiesto di andare oltre la fatica, le difficoltà, facendo la prestazione, poi ci prendiamo quello che viene”.
“Dopo l’esperienza recente con l’Atalanta U23, stavolta i primi dieci minuti sono stati interpretati in maniera diversa, su due palle inattive potevamo fare gol. Noi siamo in grado di gestire. Non perchè non siamo capaci ma perchè dobbiamo stare sempre sul pezzo, anche oggi abbiamo ritrovato qualcuno e gestito bene grazie a tutto lo staff tecnico e medico che mi sta aiutando tantissimo. E’ aumentato ad esempio il minutaggio di Tello. Il risultato è importante ma io sono soddisfatto a prescindere, anche se fosse finita 0-0 non potevamo dire nulla ai ragazzi. La gente ci chiede delle cose, non so se è tardi ma cominciano a capirle, per regalare un sogno a dei ragazzi, a dei bambini, entrare nella storia. Forse oggi è difficile trovare certi valori che però sono sempre validi per me”.
“Differenza rispetto a molte prestazioni offerte in campionato? Quando tu arrivi in certe competizioni, senza nulla togliere alla squadra, scattano delle cose. Se a Chiarella chiedo di fare il quinto basso a desta lo fa, in quel momento scatta qualcosa di particolare. Anche Di Carmine ha dato l’esempio a 35 anni, smentendo anche certe situazioni che si possono creare. Kontek? Non è vero che a centrocampo non è il suo ruolo, lo ha fatto prima di giocare in Italia, poi è stato adattato qui. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, ci lavoravamo un mese fa perchè non avevamo tate alternative in mezzo al campo. Cicerelli? Vediamo come sta, era partito bene, ha fatto bene. E’ stato inserito nel ruolo che predilige dopo avergli dato la disponibilità a ricoprire un altro ruolo solo perchè non c’erano alternative, non perchè volessi fare lo scienziato. Peralta? Sapete la stima e intelligenza tattica che possiede ma parliamo di minuti se dovesse esserci sabato ad Avellino. Valutiamo anche Sturaro, Stefano sta dando il suo contributo. C’è rammarico per quello che poteva accadere in precedenza perchè i ragazzi stanno facendo tanto sul piano dello spirito di adattamento, le qualità ce le hanno, adesso però pensiamo al presente”.
“O lavori sul possesso palla da dietro, oppure se hai meno qualità devi cercare alternative. Non abbiamo la possibilità di andare a prendere alti gli avversari per tanti motivi, dunque devi trovare un piano B. Se uno poteva lavorare con determinati giocatori può darsi che questa manovra sarebbe stata un pò più fluida ma ci siamo proposti, abbiamo fatto qualcosa, con meno intensità di quello che chiedo ma sono contento. Nei primi 10′ i ragazzi hanno fatto quello che dovevano fare dando un’impronta alla gara, poi quando sono usciti gli avversari, che sono forti tirando fuori tante qualità, abbiamo saputo soffrire. Bisogna dare merito alla squadra, nello spogliatoio ci sono anche giocatori che non stanno giocando, vedi il capitano Rapisarda, Silvestri. Per come hanno interpretato l’impatto alla gara, il merito è il loro. L’allenatore può anche urlare e prepararla bene ma poi percepisci prima della partita delle cose che ci erano mancate. C’è da lavorare, ma vedendo queste prestazioni in passato i risultati sarebbero stati diversi“.
“Ad una squadra che in tanti consideravano di passaggio abbiamo dato una identità a livello di motivazioni e temperamento. Sotto il profilo tecnico-tattico uno vorrebbe il massimo ma in questo momento non si può avere. Contano le motivazioni, anche i giocatori più freschi mentalmente se riesci a dargli minutaggio fanno bene. Lo stesso Tello può essere utile ad Avellino. Davanti ho tante scelte, potevo pure fare entrare Costantino alla fine, ma pensavo a Chiarella che ho visto particolarmente bene in questi giorni e forse meritava un minutaggio maggiore rispetto a quello che gli ho dato. Recuperiamo le energie soprattutto nervose adesso”.
“Cianci? Sono contento, quando collaboravo con Lucarelli ha avuto un momento di appannamento dovuto più a problemi fisici. Però è un giocatore che con uno vicino – l’ha detto lui – si esprime meglio. Se un calciatore sta bene, l’allenatore non deve inventarsi nulla ma adattarsi ai giocatori che ha. Sottolineo anche l’importanza di Di Carmine. Gli ultimi dieci minuti vederlo inseguire gli avversari è un segnale importante per tutti”.
“Nell’ultimo quarto d’oro, prima del gol di Cianci, ho pensato di mantenere la stessa linea difensiva ma mettermi a due a centrocampo inserendo altri giocatori davanti perchè li potevamo mettere in difficoltà, sarebbe stato un azzardo ma io me la voleva giocare per vincerla negli ultimi 15 minuti. Spesso la gente mi ferma per strada chiedendomi di cambiare modulo. Se guardate le squadre in griglia playoff rimaste e come giocano, il 3-5-2 sembra un pò la linea di pensiero di tutti. Cambiando farei un danno incredibile alla città, alla società, alla squadra e ai tifosi. Quando un allenatore si mette prima dei giocatori – è il mio pensiero umile – fa danni”.
“La coreografia è stata bellissima, i tifosi ci hanno fermato anche prima di entrare allo stadio dando la stessa carica dei tempi in cui giocavo. Stessi brividi. Siamo vicini ai tifosi, noi abbiamo una tifoseria che definire ‘testa di serie’ sarebbe dire poco, qualcosa di incredibile. Non mi sto godendo questi momenti perchè sono troppo concentrato e forse questa estate li ricorderò, sento la vicinanza e l’affetto di tanta gente, qualsiasi persona ha bisogno di questo”.“Con l’Atalanta ho voluto dare fiducia a Chiricò che ha fatto bene quello che doveva fare. Quella staffetta con Marsura non volevo dirla ai giocatori ma era già programmata. Costantino si allena tantissimo, poi devi andare a trovare quelle situazioni opportune per metterlo al posto di Cianci o Di Carmine ma è un’alternativa valida, pensavo di schierarlo. Quaini da play ha fatto benissimo, poi giocando sempre lui e non avendo alternative era andato a calare entrando nell’occhio della critica. Successivamente, per ritornare a fare bene, devi disputare minimo 2-3 partite ad un certo livello perché io conosco Catania. E’ un ragazzo di una umiltà, determinazione e lucidità impressionante. Sta facendo bene. Monaco ammonito? Lo rimprovero più per certe cose che ricordano un po’ il papà, che voglio bene…”.
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