Il giornalista Alessandro Vagliasindi analizza la sconfitta di Avellino ed il tema allenatore/Direttore Sportivo, legato a doppio filo per un Catania che deve programmare il futuro con chiarezza e ambizione:
“Avevo sottolineato in precedenza come la possibilità di arrivare fino in fondo nei playoff dipendeva dalla profondità della rosa. Chiaramente evidenziavo come le rose di altre squadre tra cui l’Avellino fossero sicuramente più profonde e attrezzate. Ad Avellino nella ripresa questo fattore è venuto fuori in maniera incontrovertibile. Perchè il Catania finchè hanno avuto fiato Tello e Ndoj ha tenuto in scacco l’Avellino, lo ha fatto in un più che buono primo tempo. Forse il torto del Catania è stato, nel corso di quel primo tempo, non aver approfittato della grande confusione dell’Avellino. Avrebbe dovuto in tutti i modi secondo me cercare di raddoppiare perché a quel punto la gara sarebbe stata incanalata nella direzione auspicata. Tello e Ndoj non avevano più di 60’ nelle gambe”.
“Nella seconda parte di gara l’Avellino ha effettuato tante sostituzioni con coefficiente di produttività alto, tutti hanno contribuito a far sì che il Catania restasse schiacciato nella propria metà campo. E Zeoli ha dovuto fare un po’ i conti del farmacista perché questa quarta partita in 12 giorni era già diventata qualcosa di troppo oneroso per le gambe dei giocatori del Catania. Infatti nella ripresa, al di là della discutibilità di alcune sostituzioni sui ruoli di chi è subentrato rispetto a quelli che sono usciti dal campo, si è visto come la soglia di fatica del Catania è diventata troppo gravosa e il Catania ha perso campo, pagando purtroppo dazio anche se fa rabbia avere subito il 2-1 a 10’ dalla fine”.
“Si sono registrate alcune scelte di gennaio sbagliate, arrivando giocatori potenzialmente molto forti, ma non li hai avuti o li hai avuti per minutaggi bassi, e durante i playoff questi calciatori hanno potuto dare molto meno in termini di minutaggio completo. Così ti sei trovato con questi deficit che contro una squadra molto forte e organizzata come l’Avellino paghi. Ora speriamo che non ci si riduca come l’anno scorso in termini di tempistiche nell’allestimento dell’organico. E’ il primo errore che credo non si possa più commettere perché la storia insegna che questi errori si pagano a caro prezzo”.
“Chi siederà sulla panchina del Catania nella prossima stagione? Mi risulta che il candidato in questo momento in testa alle preferenze di Grella sia Domenico Toscano, che ha vinto quest’anno il campionato a suon di record con il Cesena. Grella ha pensato a lui dopo avere in primissima battuta tentato di capire se Vivarini del Catanzaro fosse un profilo raggiungibile, ma quest’ultimo andrà via da Catanzaro ed è ambito da club molto ambiziosi per esempio Cagliari e Sassuolo. Quindi Vivarini non è raggiungibile. Con Toscano pensava di inserire nel ruolo di D.S. uno tra Palmieri e Magalini. Palmieri è sempre stata la prima scelta, addirittura la dirigenza del Catania ha visto la partita di Caravaggio con lui, trascorrendo poi il post partita a cena. Il Sassuolo ha congedato il D.S. Giovanni Rossi ma vorrebbe assegnare tale ruolo allo stesso Palmieri. Su questa prospettiva Palmieri ha messo ‘in discussione’ un discorso molto più che avanzato col Catania. In questo momento dunque la proiezione ci allontana da Palmieri, mentre Magalini che il Catania avrebbe voluto portare in coppia con Vivarini, resta comunque un profilo molto attenzionato dal club rossazzurro e ha delle chance di fare il diesse a Catania”.
“Inzaghi? Mi risulta che Toscano sia il candidato preferito del Catania, ci sono stati contatti. Toscano ha già vinto la C peraltro con Ternana, Novara, Reggina e Cesena. Con Inzaghi c’è stato un contatto anche nel corso di questa stagione ma che poi non ha fruttato nulla nel periodo in cui c’era la panchina di Tabbiani traballante. Potrebbe diventare una opzione qualora il discorso Toscano o Palmieri o Magalini non dovesse svilupparsi, perché comunque Inzaghi, oltre ad essere uno stimato allenatore, risolverebbe il problema Direttore Sportivo avendo sempre lavorato con Pasquale Foggia, dunque l’accoppiata in quel caso sarebbe Inzaghi-Foggia. Ma dalle informazioni in mio possesso è più quotata l’accoppiata con Toscano in panchina e uno tra Magalini e Palmieri come Direttore Sportivo. Toscano, inoltre, ha sempre lavorato con il 3-5-2 e ci sarebbe la possibilità di portare avanti questo progetto tattico che si è sviluppato nella seconda parte di stagione, toccando meno in profondità una rosa che ha bisogno di essere rinfrescata e potenziata ma che con la continuazione di questo progetto tattico potrebbe anche dare la possibilità ad alcuni degli elementi in rosa di essere confermati dopo un cammino tutto sommato positivo nel corso di questi playoff”.
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