STAMPA LOCALE – Provini: “Catania, Zeoli e Vanzetto in piena sinergia. Occhi bene aperti con l’Atalanta. Fondamentale la scelta del D.S.”

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Riportiamo una serie di riflessioni del giornalista Orazio Provini, ospite di ‘Big Chance’, trasmissione a cura della redazione di Chancebet News in vista di Catania-Atalanta U23:

“A Caravaggio il Catania ha conseguito una vittoria meritata. E’ stato un buon Catania. Una squadra che sorprendentemente è partita bene. Dico sorprendentemente fino ad un certo punto, diciamo che soffre molto le pressioni. Quando le cose non andavano bene in campionato, alla prima difficoltà si crollava. Il Catania si è riposato allenandosi, iniziando un nuovo campionato, disputando un buon primo tempo, sprecando un paio di occasioni, perché poteva già andare a segno nella prima frazione. Ha poi sofferto un pò in parte della ripresa ma alla fine ha controllato, gestito e colpito”.

La squadra ha imposto la sua maggiore esperienza, anche il blasone di una formazione che non ha niente da perdere e ha tutto da dimostrare e guadagnare perchè sappiamo tutti quale sarebbe l’obiettivo da qui al 9 giugno. L’Atalanta nel suo girone ha fatto bene tante volte, raramente non ha segnato, passando anche su campi difficili durante la stagione. Il girone C dei tre si conferma, comunque, a mio avviso il più complicato, equilibrato e anche migliore tecnicamente”.

Il Catania nelle partite secche è una squadra che ha dimostrato di sapere giocare a pallone. Con giocatori di qualità, anche se non ci sono fuoriclasse. Il più importante tecnicamente è Di Carmine, al di là di qualche problema fisico. Tello idem, forse ha altre caratteristiche negative ma sul piano tecnico non gli puoi rimproverare nulla. E Bouah è esploso in questa fase finale di stagione”.

“Brava anche la tifoseria che, quando sono stati aperti gli allenamenti ai tifosi, come auspicato, non ha avanzato alcuna polemica mostrando solo incoraggiamento perché il campionato è alle spalle. A dimostrazione di una tifoseria importante che ha masticato calcio, che a volte magari eccede in qualche atteggiamento non condivisibile ma sa come avvolgersi intorno alla squadra del cuore in un momento fondamentale. Questa è una città che ti prende nel senso che ha tanti aspetti negativi ma anche positivi, come in tutte le città. Basti pensare che tantissimi calciatori che hanno giocato a Catania negli anni sono rimasti in città, rimanendo ammaliati dalla passione, dalla bellezza del clima, dal calore della gente”.

Zeoli è riuscito a lavorare piano piano sulla testa dei giocatori, inserendo nella maggioranza di loro la catanesità, l’importanza di andare in campo al di là del risultato facendo le prestazioni che la gente vuole e la maglia pretende. Ha dato anche una certa fisionomia ad alcuni calciatori evitando di cambiare spesso uomini e metodo come faceva, ad esempio, Lucarelli. Zeoli, poi, non ha mai trovato scuse riconoscendo gli errori, senza alibi. In questo è stato coraggioso, venendo premiato. Non dimentichiamo anche il contributo di Vanzetto, un altro che ha vissuto la maglia rossazzurra, opera in perfetta sinergia con Zeoli. Era un giocatore del Catania di Massimino, conosce bene la piazza, si è preso anche delle soddisfazioni. Sa cosa vuol dire giocare nel Catania. Petralia è fondamentale perché li ha rimessi a correre, i meriti sono di tutto lo staff”.

Adesso l’obiettivo è mettere in sicurezza la partita, poi se ci sarà da fare rifiatare qualcuno Zeoli lo farà senz’altro, ma senza rischiare. L’errore più grosso sarebbe sentirsi con il turno già superato. 20mila spettatori possono fare tremare le gambe a dei ragazzi giovani ma anche esaltarli perchè Catania è una vetrina, sanno che ci sono molti osservatori, hanno voglia di dimostrare. Occhi bene aperti e testa sui 90’ per evitare sorprese sgradite che nel calcio sono sempre dietro l’angolo in questi tipi di partite”.

“Difficile vedere Chiricò in campo nel 3-5-2? L’unica possibilità con questo modulo è di mettere Chiricò alle spalle delle punte con libertà di inventare ma lo sacrifichi in qualche modo e hai un giocatore che non è nè punta, nè centrocampista. E’ un calciatore geniale che con i piedi può inventarsi qualsiasi cosa, ma a quel punto devi scegliere se puntare sulla genialità in mezzo al campo e chiedere a qualcuno di dargli una mano. Questo lo deve decidere Zeoli. Se sta bene, Chiricò è un buon giocatore e non lo discute nessuno”.

“Sturaro deve stare bene, non vorrei che fosse un po’ logoro. Non è un fuoriclasse, è un bravo giocatore ma ha dovuto sempre fare qualcosa in più sul piano fisico per giocare ad alti livelli. Se oggi con una carriera importante alle spalle e fisicamente molto spremuto gli chiedi di fare il Welbeck della situazione e di inventare qualcosa, potrebbe avere delle difficoltà perché probabilmente al momento non è nelle condizioni di farlo. Ndoj, invece, viene da un recupero serio ma ha recuperato, sta crescendo piano piano. Se c’è il tempo andando avanti fino al 9 giugno, potrebbero tornare molto utili questi calciatori ma non puoi giocare sempre con gli stessi elementi ogni tre giorni. E’ chiaro. Adesso sono evaporate le tossine del campionato e delle brutte figure, evitando i playout. Inizia una nuova avventura, stai meglio fisicamente, puoi sfruttare meglio le tue qualità ed il valore dei tuoi calciatori”.

“Lo scorso campionato, vincendo a mani basse, ti può avere distratto, illuso che tutto fosse facile. Laneri è stata un’ottima scelta perché conosceva benissimo la D, secondo me poteva fare bene anche in C ma sarà successo qualcosa ed è andato via. Oggi bisogna fare molta attenzione perché il direttore sportivo in una piazza come Catania è fondamentale. E’ importante che abbia autonomia, competenza, capacità, conoscenze ed esperienza, che lavori magari nell’ombra. Bisogna poi vedere la categoria di militanza. Ci sono direttori sportivi che lavorano tra B ed A, ma anche direttori che sono più esperti di C, perché la terza serie ha un altro tipo di mercato. Ci vorrà qualcuno che costruisca la squadra davvero bene, con giocatori di categoria. Prima va scelto il D.S., poi l’allenatore secondo me”.

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