Nel corso della trasmissione televisiva ‘Corner’, su Telecolor, Angelo Patanè parla della sconfitta di Francavilla Fontana facendo un’analisi a 360 gradi sul Catania, che rischia concretamente di finire nei playout vanificando il cammino in Coppa Italia:
“La sconfitta di domenica probabilmente dà il livello minimo che ha raggiunto questa squadra dall’inizio del campionato. L’appello di Grella? Un appello alla compattezza, all’unità, alla forza corale del pubblico di Catania che non è mai mancato. Corretto, perchè ci si gioca una fetta importante di campionato e credibilità. Anche Zeoli a fine gara ha sottolineato che questo è il momento di ricompattare l’ambiente, Inserisco però due note a margine”.
“Anzitutto la circostanza più volte replicata da Grella che non deve guardare indietro ma avanti, messaggio orientato all’ottimismo ma probabilmente in queste settimane e nei mesi precedenti avrebbe fatto un gran bene a guardare indietro per comprendere il disastro che è stato realizzato con l’avvicendamento di tecnici, impianti sportivi, direttori che non sono arrivati, giocatori che hanno voltato le spalle al Catania, cosa che di fatto succede indipendentemente da quel che si dice nei termini ufficiali perchè la partita di Francavilla ha dimostrato il massimo della ottusità di spirito, dell’insipienza di un Catania che non ha quasi mai giocato da squadra in questa stagione. Guardarsi indietro e magari cercare di tamponare ormai salvando il salvabile di una stagione non sarebbe un fatto assolutamente sbagliato. Guardiamo avanti con lo spirito di salvare la stagione”.
“I ritiri non sono più un fatto ben gradito alle società, a volte non riescono a risolvere i problemi ma per quello che ho visto a Francavilla a bordocampo, non reputo perfettamente in linea con la prestazione del gruppo la circostanza che si vada in ritiro soltanto venerdì. Questa squadra per quanto mi riguarda andava condotta in ritiro dal primo giorno di allenamento, non ha senso ritrovarsi il venerdì per poi fare spallucce come ho visto fare domenica a tanti giocatori nel corso della partita”.
“La gara col Messina è stata annunciata come la più importante della stagione. In realtà lo sarà insieme alle altre due che il Catania dovrà giocare. Battere il Messina è impresa ardua perchè sono assolutamente convinto che sarà un derby sentito, il Messina è una squadra con poche risorse, buone idee e anche con un pizzico di buona sorte ma anche tanta competenza si è tirata fuori dalla zona retrocessione. Oggi galleggia bene nelle zone tranquille di questo campionato e, perchè no, può anche dare uno sguardo un pò più in alto. Il Catania dovrà cercare di ottenere il massimo risultato col Messina ed evitare che gli scivolino i piedi nelle successive gare con Sorrento e Benevento che non saranno una passeggiata”.
“Questi calciatori vengono messi in campo e ciascuno di loro fa una specie di compitino guardando l’errore del compagno non aiutandolo quasi mai, anzi guardandolo male, allargando le braccia quando commette un errore come dire «hai sbagliato tu, impossibile che non sbagli anch’io». E’ il sintomo più evidente di un malessere che si riflette nelle prestazioni. Un malessere che, guardando indietro, nasce da una composizione di squadra avvenuta a gennaio con 12 giocatori nuovi, un impianto di gioco che non è mai partito e Zeoli sta cercando di far decollare adesso ma ha il peggiore score di tutti gli allenatori che si sono seduti sulla panchina del Catania al momento. Ha vinto la Coppa ma con tutta la buona volontà del tecnico, che stimiamo tantissimo, abbiamo maturato tre sconfitte consecutive che avrebbero portato questa società ad esonerare qualunque altro tecnico. Hanno esonerato probabilmente per molto meno il primo e il secondo allenatore, hanno richiamato Zeoli ma la ricetta giusta evidentemente non è solo tecnica, si trova nella comunione di intenti”.
“Quella di Francavilla non può essere la partita di un gruppo che ha la responsabilità del momento, è come se si sono ritrovati lì con delle indicazioni di massima e sono scesi in campo. Questo gruppo continua a commettere errori. Il meglio della squadra è raccolto in Bethers fintanto che ha giocato, in Castellini che ha giocato in tutte le posizioni della linea difensiva e adesso anche lui è in stato di confusione, sta un po’ rifiatando perchè ovviamente non può tirare la carretta. La catanesità è stata consegnata a Rapisarda, non si gioca più con un atleta che secondo me può spezzare i ritmi della partita in alcune circostanze come Chiarella, è stata disegnata la squadra sulle orme di Chiricò che non più nè titolare e neanche forse ben visto dal resto della squadra perchè scombina i piani. Ma li scombina perchè è stato sbagliato quanto accaduto a gennaio, smantellando l’impianto di centrocampo in una squadra che doveva rinforzarsi per massimo 4-5 unità. Oggi il centrocampo non si sposa più con le caratteristiche di Chiricò. Bisogna dare un segnale alla squadra. Io ho visto uno scollamento totale a fine partita domenica, la paura di alcuni giocatori del Catania, la solitudine di Zeoli. Paura dei calciatori nell’approcciarsi anche nel dialogo con i tifosi, sentendo il peso della responsabilità”.
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