L’EDITORIALE – La prima Coppa non si scorda mai, tra paradossi e rivalsa

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foto Catania FC

Il Catania ha vinto la Coppa Italia di Serie C. Un trofeo, il primo della storia con Pelligra al timone della società rossazzurra, che va celebrato com’è giusto che sia. Sia chiaro che non bisogna distogliere al tempo stesso l’attenzione sull’importantissimo obiettivo della salvezza in regular season, senza passare dai playout, per concedersi anche l’opportunità di affrontare i playoff, conquistata proprio tramite la coppa.

Una coccarda al petto che accentua i paradossi di questa stagione e che per molti sa di rivalsa dopo una stagione tormentata, sperando per loro che sia la svolta di quest’annata. Non è un caso, ma forse un vero e proprio segno del destino – chissà – che i grandi protagonisti (comunque va premiato tutto il collettivo) siano stati calciatori finiti spesso sulla graticola per prestazioni insufficienti in campionato.

Marsura ha spaccato la partita in un momento di grossa pressione del match, in bilico nel risultato e col vantaggio numerico di un uomo da sfruttare. Con una rete e un assist è stato determinante, così come Costantino, autore della rete del definitivo 4-2 ai supplementari. Prestazione convincente pure per Quaini in mezzo al campo, grande impegno sulla fascia per Celli, ma sui valori espressi in campo approfondiremo con le consuete “Questioni Tattiche”. C’è stato chi ha tirato la carretta confermando i propri “numeri”: Zammarini inesauribile, Peralta dinamico, Monaco agguerrito e Cicerelli tecnicamente determinante.

Il trionfo di ieri da parte della squadra, comunque, è figlio di un atteggiamento diverso che accresce l’amarezza per quanto invece non si è riusciti a fare in campionato. Determinazione, coraggio e spirito di sacrificio hanno portato alla naturale conseguenza della vittoria del match e della competizione.

I tifosi. Un capitolo importante. Allo stadio non c’erano. Fuori dal Massimino uno striscione per dire “NO alla violenza” e “SI’ al tifo”. Dopo la vittoria caroselli e bandiere al vento in piazza Europa per festeggiare il primo trofeo della storia. Anche qui paradosso e rivalsa. Un peccato che lo stadio non fosse pieno, un segnale importante che si sia vinto anche e soprattutto per il tifo catanese sano.

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