“Umiliati ancora una volta. Umiliati nel giorno in cui invece che passeggiare, i giocatori del Catania avrebbero dovuto gettare litri di sudore per evitare i playout. Oggi la squadra è ancora fuori dagli spareggi salvezza, ma sabato deve vincere per tenere lontani gli avversari”, riporta La Sicilia. “La prestazione è difficile da commentare senza fare affidamento a parole che rasentano l’offesa. Una squadra che ha passeggiato, che non ha capito nulla”, si legge. “Non capisce nulla dall’inizio della stagione. Nulla sul piano tattico, motivazionale. Nulla del fatto che a Catania il calcio è quasi una religione e che c’è una città che sostiene, impreca, soffre”.
“Non è l’ultima partita che determina la stagione intera. Ma quella di ieri col Sorrento avrebbe dovuto mettere fine a questa sofferenza. Bastava, davvero, vincere col Sorrento e poi andare in vacanza. Lontano, lontano da Catania e dalla vista di chi invece alla maglia tiene. La verità è che nel calcio, a volte, ci si imbatte su giocatori senza nerbo. E, poi, la società ha sbagliato tutte le scelte. Tutte. Allenatori cambiati a più non posso, mercato di riparazione all’ingrosso. Anche la gestione del vocale di Zeoli. Avrebbero dovuto chiedere scusa i giocatori, non certo l’allenatore”.
Il quotidiano parla di “prestazione vergognosa”, sottolineando che Cianci “avrebbe dovuto giocare dall’inizio” (Zeoli ha disposto inizialmente il Catania con una sorta di 3-4-2-1 schierando a destra Zammarini a sostegno di Di Carmine con Marsura dalla parte opposta) e una “ripresa da incubo”, “senza orgoglio”.
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