Luca Esposito per il portale specializzato sulle vicende del campionato di Serie C, TuttoC.com, torna sui fatti di Padova:
“Non vogliamo scadere nella retorica, non è proprio nel nostro stile. Tuttavia, in un mondo falcidiato da malattie, guerre e disastri economici, pensare che ci sia ancora qualcuno che parte dalla Sicilia, va in Veneto e mette a repentaglio l’incolumità di bambini e famiglie per una partita di calcio fa davvero rabbrividire e mettere le mani nei capelli. Che i tifosi sani di tutt’Italia (la stragrande maggioranza, sarebbe del tutto errato e superficiale associare la parola “ultras” a questi delinquenti) prendano le distanze dai facinorosi. Altrimenti ogni battaglia contro chiusure, restrizioni, tessere e fidelity card servirà davvero a poco. Dinanzi a certe immagini vergognose non si può restare inermi, è tempo che ci siano pene certe per tutti coloro che scambiano un impianto sportivo per un terreno anarchico all’interno del quale infrangere ogni tipo di legge”.
“Basta, basta, basta! Perchè un poliziotto, che ha moglie e figli a casa, deve rischiare la vita per una competizione sportiva? Perchè non si è liberi di tifare per la propria squadra del cuore senza dover temere un agguato da parte di qualche sconsiderato? E proprio Catania, teatro del dramma Raciti nel 2007, non ha bisogno di gentaglia che infanghi il nome di un pubblico corretto, passionale, che seppe rialzarsi a fatica a suo tempo e che pagò le conseguenze con una pessima campagna mediatica a livello internazionale e con la chiusura dello stadio. Cosa che accadrà anche in occasione della finale di ritorno, un danno enorme per la società (in termini di incassi), per i calciatori (che perdono il proverbiale dodicesimo uomo, e sappiamo tutti al Sud quanto possa fare la differenza nelle sfide decisive), per l’intero movimento calcistico e per migliaia e migliaia di persone perbene che aspettavano una serata del genere da tempo e che saranno costrette a restare a casa. Tutto molto triste”.
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