QUESTIONI TATTICHE – Idee confuse, fragilità e pochi che ci credono davvero

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foto Catania FC

Un Catania che non riesce a crescere ed alzare in maniera costante i giri del motore. Dura un solo tempo la partita dei rossazzurri contro il Giugliano, una sfida giocata alla ricerca del recupero della palla per ripartire e lanciare verso gli attaccanti. Si è provato a fare le cose semplici, sfruttando in particolare le caratteristiche dei centrocampisti. Ma proprio in mezzo al campo la prestazione degli etnei è stata insufficiente. Troppi gli errori sia in interdizione che in impostazione, nonostante l’avvio di gara sia stato fulminante con un tentativo di verticalizzare il gioco velocemente premiato dal gol di Cianci. Poi soliti problemi nella fase di finalizzazione, qualche episodio arbitrale e un crollo verticale nella ripresa.

Un gruppo sempre in riserva, dal punto di vista delle energie spendibili in partita. Sul piano atletico l’autonomia è davvero scarsa, il tutto viene aggravato da una fragilità mentale evidente. La difesa, che regge nel primo tempo, crolla nel secondo, con la complicità dei soliti errori individuali e di reparto. Sbaglia Furlan, sbagliano tutti, poi nel finale la paura gioca un ruolo fondamentale.

Zeoli prova a lavorare sulla testa dei suoi, cerca una stabilità tattica in qualche caso forzando l’impiego di alcuni calciatori in ruoli non proprio congeniali. Davanti Di Carmine non è quello dei “tempi migliori”, si cerca una maggiore freschezza nei secondi 45 minuti ma i rifornimenti sono carenti e imprecisi. Sulla fascia la “classica” partita dai due volti: primo tempo in bella vista, anche Celli – solitamente oggetto misterioso – offre una prestazione all’altezza, salvo poi regredire nella seconda metà di gara.

Nota lieta per il Catania l’impiego di Peralta, uno dei ragazzi più vivaci in questo momento. Sulla trequarti e in mezzo all’occorrenza, dimostra tutta la propria voglia di non mollare: vuole ritagliarsi uno spazio in squadra, lo meriterebbe, visto che sembra essere l’unico capace di far cambiare ritmo alla squadra.

Tornando, infine, al centrocampo. Manca una regia degna di questo nome e ad oggi questo limite sta incidendo sulla qualità del gioco. Poi, chiaramente, ci sono mille altri fattori che rendono la squadra troppo debole per essere competitiva. Oggi, messa a paragone con le altre compagini in lotta per la salvezza diretta, la squadra catanese è da ritenersi tra le più in difficoltà e a rischio. Si cerca ancora un’identità e mancano solo 4 partite al termine della regular season.

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