Da una bella vittoria, importante per il proseguo della stagione, al pareggio insipido conquistato tra le mura amiche contro il Monterosi Tuscia, che al Massimino non ha demeritato. Anzi.
Il Catania è salito sulle montagne russe all’inizio di questa stagione e non vuole saperne di scendere per trovare continuità di rendimento e, conseguentemente, di risultati. Parlare del momento dei rossazzurri diventa così complicato, decriptare ciò che oggi è indecifrabile è una missione che compete più a Lucarelli e alla dirigenza del Catania, mentre è il resto tra addetti ai lavori e tifosi a porsi delle domande sul futuro.
Messa da parte la qualificazione alla finalissima di Coppa, da giocare in doppio confronto contro il Padova, i supporters etnei non hanno avuto dubbi al triplice fischio che ha sancito l’1-1 di ieri in campionato: squadra e staff travolti dai fischi piovuti dagli spalti. Questa è una stagione parecchio complicata, in cui la speranza resta, ma cresce di giornata in giornata anche un senso di disillusione generale. Il gruppo sembra scarico fisicamente, svuotato mentalmente, salvo poi riaccendersi nei momenti cruciali per dare una sola risposta, in mezzo a troppe incertezze.
Il campionato è stato gettato alle ortiche parecchie settimane fa, ma bisogna ricordare che essere risucchiati in zona playout annullerebbe ogni velleità in ottica playoff. C’è sconforto, ma c’è anche un sogno residuo che la città spera di realizzare. Lucarelli un po’ stizzito, ma non da adesso, risponde rivendicando gli oltre 40 anni di calcio vissuti tutti da protagonista, ma chissà cosa ha detto ai calciatori ritrovandosi faccia a faccia con loro. Perché accettare queste involuzioni dev’essere dura per un uomo di carattere come lui che pure non si espone in pubblico e preferisce prendersela con tutti gli altri davanti alle telecamere.
Al suo arrivo Lucarelli escluse problemi di natura fisica, oggi invece sono una variabile importante che condiziona l’andazzo della squadra, come il folto calendario, la presenza di calciatori fisicamente non ancora al 100%, anche tra quelli arrivati dal mercato (li ha scelti lui, e li voleva pronti, lo dichiarò prima dell’inizio della finestra invernale delle trattative di gennaio) e gli episodi.
Il carattere di Lucarelli, comunque, può essere anche la chiave per svoltare nel momento clou di questo anno calcisticamente sfortunato. Ad oggi. Il mister resta quello che parlò del bingo tanti anni fa, i tifosi lo hanno ribattezzato il bingo più bello al suo terzo ritorno in rossazzurro e ormai lo conosciamo tutti: forse bisogna passare da tutto questo prima di poter riemergere con forza nel calcio che conta davvero… A lui, adesso l’esperienza non manca, le somme le potremo tirare soltanto dopo l’ultima partita di regular season e degli eventuali spareggi promozione.
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