GRELLA (prima parte): “Padova? Sono stati giorni pesanti. Lucarelli paga un conto non tutto suo. Metà dei nuovi innesti hanno buona personalità, ma…”

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foto Catania FC

Pubblichiamo la prima parte dell’intervento del vice presidente del Catania Vincenzo Grella ai microfoni di Telecolor, nel corso della trasmissione ‘Corner’:

“Era previsto che avrei potuto trovare delle difficoltà. Non posso dire che non sono sorpreso ma non ho mai perso di vista l’importanza del progetto in una città con una grande voglia di riscatto dopo avere attraversato momenti molto complicati. Non ho la bacchetta magica, l’obiettivo era ed è sempre quello di creare un club con dei valori e un’identità da portare in giro per l’Italia sviluppando una società che si autofinanzi in futuro, evitando il ripetersi di quel che accadde due anni fa. Sapevo con la mia poca esperienza in un ruolo così importante che avrei potuto commettere degli errori. Non mi nascondo dietro un dito, essendo responsabile di quanto succede, delle regole, di una certa disciplina. Il tempo nel calcio non è mai nostro migliore amico, il presidente soffre tanto a vedere una squadra che non produce, che non si esprime come potrebbe, ma voglio che lui viva questa situazione in maniera positiva”.

Fatti di Padova? Pelligra era molto arrabbiato, aveva previsto tanti ospiti internazionali per questa finale di Coppa Italia che per lui rappresenta un motivo di vanto. Abbiamo discusso in un modo sano nei giorni successivi, inizialmente non eravamo sulla stessa linea ma poi dopo vari confronti con lui e Bresciano abbiamo proseguito verso la direzione di un’identità e dei valori che il club vuole portare avanti. Perché per costruire qualcosa dobbiamo anche credere nei nostri valori. Tanti tifosi del Catania non si rispecchiano nelle persone che hanno causato quei disordini a Padova, ci sono tante brave persone che rappresentano il vero volto di una grande città come Catania. Non abbiamo inoltrato alcun ricorso vedendo le carte, capendo la situazione e facendo leva sulla posizione del club che crede in certi valori come il rispetto per l’avversario, per le forze dell’ordine ed il rispetto delle regole. Sono stati due giorni davvero pesanti per me, ma sono contento della risposta, ho avuto tanti riscontri positivi da figure importanti del calcio italiano ricevendo molti complimenti per la decisione di non ricorrere, nonostante il grande dispiacere di non potere giocare in uno stadio pieno la finale di ritorno. Giocheremo a porte chiuse anche contro il Giugliano. Dalla mia scarsa conoscenza della legge, la responsabilità oggettiva è un po’ il cane che si morde la coda perché io vengo ritenuto responsabile di qualcosa in cui tecnicamente non sono responsabile. La responsabilità oggettiva oggi condiziona un eventuale ricorso”.

“All’inizio il mio rapporto con la squadra, visti i numerosi impegni che ho, non era così regolare durante la settimana perché avevo un Direttore Sportivo che viveva il gruppo tutti i giorni. Abbiamo deciso di cambiare perché non eravamo soddisfatti del lavoro settimanale e noi crediamo che il risultato del weekend dipenda da quanto fatto in settimana. Dopo vari ragionamenti con Pelligra e Bresciano si diceva che avrei dovuto dedicare più tempo alla parte sportiva. Inizialmente non ero tanto d’accordo, ma quando avevamo individuato il profilo di Lucarelli, in presenza di un buon feeling mi sono avvicinato di più seguendo la settimana di lavoro della squadra in un certo modo”.   

“La voglia di essere subito competitivi aumentava la tensione, secondo me non tutti i giocatori presi in estate hanno reso secondo le aspettative perchè non pronti a gestire la pressione, allora durante il mercato abbiamo fatto altre scelte non modificando sostanzialmente il budget messo a disposizione dal presidente. Avevamo bisogno di un po’ di tempo e qualche sana vittoria per creare fiducia nella gente, invece ci sono venuti a mancare giocatori per infortunio, con pochi cambi e poche soluzioni. Oggi ci ritroviamo a raccontare questa situazione con grande dispiacere”.

Un leader deve esserlo in campo, con i fatti. Altrimenti sono solo chiacchiere. Almeno metà dei nuovi innesti hanno una buona personalità, ma purtroppo per una questione legata alla condizione fisica non riescono ad esprimerla al massimo. Sturaro in allenamento è un ragazzo che trascina, in campo da più di quello che ha nonostante le difficoltà. Per farlo stare fuori devo tenerlo forzatamente a freno perché lui giocherebbe anche con una gamba rotta. Porterà i suoi frutti il suo inserimento nello spogliatoio, sono stra-convinto di questo. Finora quel che ci ha condizionato di più è la mancanza del ricambio. Per agevolare il raggiungimento della condizione serve una settimana di lavoro senza dover disputare sempre la doppia gara settimanale, noi per più settimane abbiamo dovuto chiedere a chi non era ancora in condizione di giocare in mancanza dei ricambi”.

Questo momento si supera con il lavoro, assumendosi ognuno delle responsabilità. Chi mette quella maglia è responsabile di questo e della sua prestazione, perché durante la settimana non gli manca niente. E’ palese che la squadra non riesce ad esprimersi. Il contesto e l’atmosfera che si è creata complica le cose. Anche dopo una vittoria sofferta ho riscontrato un clima difficile e di tensione. Invece quando giochi al di sotto delle aspettative ma vinci, dovresti sempre trovare energia positiva. Un giocatore può essere già in difficoltà prima di giocare, cerchiamo di aiutarlo, di essere positivi intorno alla squadra perchè la situazione non è semplice”.

“Lucarelli? E’ stato esonerato. Quando ci siamo lasciati, considerando il momento, abbiamo deciso un po’ più avanti di metterci d’accordo come due gentiluomini. Non c’era una forzatura. E’ stato normale il dispiacere iniziale, da lì in poi abbiamo fatto un discorso molto sano e bello, ho parlato con lui senza filtri, ci siamo abbracciati come due persone che si conoscono da 30 anni. L’ho sentito anche l’altro giorno, finora 6-7 volte da quando è andato via, io nei suoi confronti umanamente ho sempre una grande stima. Cosa rimproverargli? La mancanza della prestazione. C’era la voglia di lavorare in un certo modo, lui aveva difficoltà legate ad una rosa che non era mai al completo, per costruire un certo tipo di lavoro questo è importante. Lui purtroppo paga un conto non tutto suo”.

===>>> GRELLA, SECONDA PARTE DELL’INTERVENTO A ‘CORNER’

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