Riprendiamo le parole più significative del tecnico Michele Zeoli e del difensore rossazzurro Salvatore Monaco in sala stampa, a commento dello 0-0 maturato al cospetto del Potenza:
ZEOLI
“A volte questa squadra non crede nelle proprie potenzialità. Bisogna entrare nella testa dei ragazzi. Lo so, siamo il Catania ed il pareggio è come una sconfitta ma potevamo vincere e potevamo anche perdere. Manca la serenità, la tranquillità. Basta un episodio per sbloccare i ragazzi. Prendo l’esempio di Marsura che potrà darci una mano dopo aver vissuto settimane particolari. La compattezza in certi frangenti ci ha permesso di rubare palla e ripartire. Qui c’è tanta gente con i capelli bianchi, ma il cambio gioco e tante giocate che abbiamo provato venivano chiamate dalla panchina. Quando manca la lucidità non riesci a fare neanche giocate che, normalmente, faresti molto più spesso. L’esecuzione del giro palla è l’esempio della mancata serenità dei ragazzi. Se i ragazzi si nascondono e non giocano la palla, sbagliano due volte ed è compito mio farglielo capire”.
“Infermeria? Vediamo se recupereremo qualcuno almeno per la panchina, in occasione della prossima gara. Sono sereno, adesso recuperiamo le forze e pensiamo solo e soltanto al Cerignola. C’è bisogno di tanta fiducia e la voglio trasmettere ai ragazzi. Non mi nascondo che il primo tempo è stata una strategia collettiva perchè sapevo che alla lunga a livello fisico potevamo pagare, dunque li abbiamo aspettati. Rispettandoli e pensando anche alle nostre forze per arrivare al 90′. Poi ci si mette anche un pò di sfortuna, ma noi la fortuna ce la dobbiamo andare a prendere”.
“Emozioni? Non vedevo l’ora che la gara iniziasse ma sono talmente calato nel raggiungimento dell’obiettivo… perchè io devo risolvere alcune situazioni. Percepisco il calore della gente allo stadio, chi contesta e fischia. A fine partita ho cercato di rincuorare i ragazzi. Quota salvezza? Non ho la calcolatrice. Non ho fatto una tabella e mi sembra anche un pò prematuro con 21 punti a disposizione. In testa ho il Cerignola, squadra scorbutica, in salute”.
“Come sbloccarci in zona gol? Conosco il lavoro. Dobbiamo essere testardi e continuare a lavorare come stiamo facendo. Riparto da quel che di positivo ho visto. Cioè dal fatto che chi non era al 100% (Sturaro) o era ammonito (Welbeck) si è saputo gestire, chi è entrato si è fatto trovare pronto e, in generale, il secondo tempo mi ha dato speranza e quella positività che io ed il mio staff dobbiamo trasmettere ai ragazzi. Sono contento anche che Rapisarda abbia fatto minutaggio, la seconda frazione gli darà energia nelle gambe. Anche Chiricò era a ritmo ridotto. A centrocampo avevamo un solo cambio, Ndoj, che peraltro non ha i 90’ ma è un giocatore forte a cui serve condizione, ci può dare tanto e ripongo molta fiducia in lui. L’alternativa era quella di mettere Kontek davanti alla difesa”.
MONACO
“Abbiamo avuto quattro-cinque occasioni nitide, poi ci sta che a volte concedi qualcosa all’avversario. Bisogna aiutarsi a vicenda. Sappiamo che è un momento delicato e anche se abbiamo raggiunto la finale di Coppa c’è il campionato in cui dobbiamo prendere più punti possibile per raggiungere la quota che ci permette di disputare i playoff da terzi. In questi giorni ci siamo guardati negli occhi e da adulti si capisce che è il momento di dare qualcosa in più. Il mister ci ha svelato alcuni aneddoti e chi non conosceva bene questa piazza ha capito l’importanza di indossare la maglia rossazzurra”.
“I fischi? Se vieni a giocare a Catania e hai paura dei fischi devi stare a casa, nel calcio si prendono fischi e applausi; il tifoso è libero di fare ciò che vuole. Con i compagni trasferiamo parole positive perchè in questo momento più entusiasmo mettiamo, più gli altri stanno meglio. Personalmente continuo a dare aiuto e supporto morale ad alcuni compagni che sono un pò più. Il mister ci ha dato concetti, giro palla, imbucate e verticalizzazioni: abbiamo creato occasioni ma serve tempo, quando riusciremo ad essere tutti compatti e con la giusta condizione e lucidità riusciremo a toglierci le nostre soddisfazioni”.
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