Ti aspetti la seconda vittoria consecutiva stagionale, allontanandosi il Catania dalla zona playout proiettato verso un finale di stagione in crescendo. Invece, dopo l’esaltante qualificazione in finale di Coppa Italia, che rimane un momento significativo nel contesto di un’annata rivelatasi molto più complicata del previsto, riecco il Catania lento, impacciato e confusionario spesso riscontrato in campionato. Un film già visto e rivisto. Ormai sta diventando una spiacevole abitudine, quella di commentare le prestazioni di un Catania altalenante, incapace di trovare una parola menzionata fino alla nausea: continuità. E, prima ancora, una precisa identità di squadra.
Che la condizione fisica generale non sia ottimale, è un dato di fatto. Lucarelli lo ribadisce a mezzo stampa ed è percepibile in campo. Così come risulta evidente che la squadra perda lucidità troppo facilmente, riaccendendosi all’improvviso per poi nuovamente eclissarsi. Gambe e testa giocano un ruolo fondamentale lungo il percorso, ma quando la gamba viene a mancare è la testa che può sopperire alle difficoltà. Lo ha dimostrato, il Catania, nelle occasioni più importanti della stagione. Basti pensare che, nel recente confronto con la Juve Stabia, pur avendo convocato Lucarelli tanti giocatori non al meglio facendo i conti con numerose defezioni, sono arrivate ben altre risposte dal campo.
Gettare il cuore oltre l’ostacolo, ecco. Il Catania non dà l’impressione di farlo con costanza. A prescindere dai problemi spesso menzionati da Lucarelli, l’altalena di risultati e prestazioni si concretizza probabilmente con una differenza di approccio evidenziata contro le big del campionato piuttosto che con le “piccole”. Aspettare il Catania nella propria metà campo affidandosi alle ripartenze per affondare il colpo: la squadra di Lucarelli sembra soffrire particolarmente queste situazioni.
Da una rosa che si presenta, sulla carta, secondo gli addetti ai lavori di grande valore, al netto delle assenze e di una condizione fisica non eccelsa, era ed è lecito aspettarsi di più. Può essere utile cambiare più uomini nella rotazione e gestione delle risorse, soprattutto se è vero che il mercato di gennaio è stato orientato verso la dotazione di un organico che desse, in egual misura, garanzie tra titolari e riserve. Vanno ricercate soluzioni valide ed efficaci. Si comprendono le difficoltà, ma ad oggi questo Catania è nettamente al di sotto del suo potenziale.
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