Proprio in queste ore si è appresa la notizia che Di Carmine sarà costretto ad osservare un periodo di stop, ancora una volta. Vuol dire che aumentano le possibilità d’incidere per le altre prime punte a disposizione, Costantino e Cianci, le quali finora non sono riuscite a dimostrare appieno il potenziale di cui dispongono. Al di là degli infortuni e delle difficoltà a svolgere allenamenti quotidiani con regolarità, a seguito dei numerosi impegni ravvicinati, il gruppo deve stringersi e trovare nuove certezze nelle prossime gare.
Il Catania è sempre stato alla ricerca di una continuità di prestazioni e risultati, senza mai trovare terreno fertile. Gare come quella di mercoledì sera tuttavia possono e devono dare slancio alle ambizioni della squadra, sopperendo alle criticità con la forza del gruppo e l’entusiasmo ritrovato di un Catania che vanta pur sempre un organico con tante opzioni e alternative. La qualità c’è, con atteggiamento e stimoli ad alta quota i rossazzurri possono giocarsela con tutti. Altrimenti cala il livello della prestazione e, di conseguenza, aumenta il rischio di perdere punti vitali al cospetto di chiunque.
Quando sembra che la famosa quadra sia stata trovata, puntualmente accade sempre qualcosa che fa ripiombare il Catania in crisi. Questo ha detto, finora, il film della stagione. Ecco che l’approdo in finale di Coppa Italia conferisce un’opportunità ghiotta da sfruttare: la possibilità di partecipare ai playoff da una posizione privilegiata. A patto che il Catania non si faccia risucchiare ulteriormente verso il basso, evitando i playout. Prosegue, dunque, la corsa verso quella continuità così a lungo auspicata per affrontare al meglio un finale di stagione che può dire ancora tanto.
Altri due mesi di tempo a disposizione di Lucarelli e del suo staff per trasmettere concetti e mentalità chiari ad una squadra che si è mostrata dai più volti. Lenta, confusa e poco incisiva in molte occasioni; equilibrata, solida e cinica in altri momenti; inconcludente, poco reattiva, imprecisa e distratta in altre circostanze; determinata, cattiva agonisticamente e intensa in altri casi. Un concentrato del meglio e del peggio che può presentare un organico, con picchi di alti e bassi. La parola magica, allora, è una sola: trovare equilibrio.
Equilibrio in campo e fuori, il giusto atteggiamento e lavoro, tanto lavoro per migliorare ancora sul piano dell’espressione del gioco e dello sviluppo della manovra. I margini di miglioramento e di crescita sono ampi, la sfida al Monterosi Tuscia offre la possibilità di aggiungere altri mattoni per fortificare la casa rossazzurra e dare risposte ancora più importanti alle critiche (legittime) ma soprattutto a se stessi. Dimostrando che il quindicesimo posto in classifica non rispecchia i reali valori di questa squadra, costruita per rendere fiero ed orgoglioso il popolo rossazzurro dei suoi uomini. Sempre.
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