Si avvicina la sfida Taranto-Catania, a distanza di 22 anni dal famoso confronto che sancì la promozione in Serie B dei rossazzurri la mamma degli imbecilli è sempre incinta. Si ripetono, infatti, le offese rivolte alla patrona della città di Catania, Sant’Agata. Allora via web e sugli spalti furono esposti striscioni volgari e di pessimo gusto andati ben al di là della goliardia e dei semplici sfottò. I sostenitori etnei risposero con uno striscione eloquente, riprendendo l’acronimo “N.O.P.A.Q.V.I.E.” presente sulla facciata della Cattedrale di Catania: “Noli offendere Patriam Agathae quia ultrix iniuriarum est”, che significa letteralmente “Non offendere il paese di Agata, perché è vendicatrice di ogni ingiustizia”.
Il destino ha voluto che da quella doppia finale playoff il Taranto faticò a rivedere la luce, navigando tra Serie D e C passando attraverso dissesti finanziari e mancate iscrizioni. Adesso, sui social, sono circolate di nuovo immagini offensive all’indirizzo di Sant’Agata, successivamente rimosse. E’ trascorso tantissimo tempo da quella finale ed è evidente che ancora sia maldigerita in quel di Taranto. Dispiace notare che – oggi come allora – ci sia spazio per la manifestazione di episodi del genere ad opera di qualche pseudotifoso rossoblu.
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