Ecco alcune riflessioni del giornalista Angelo Patanè, su Telecolor, nel corso della trasmissione ‘Corner’:
“Della Nouvelle Vague arrivata dopo la promozione in C, forse soltanto Di Carmine è stato il giocatore che un po’ di più ha spiccato sugli altri, in un comparto molto rinnovato, forse anche troppo. Il migliore rendimento lo hanno offerto finora quei giocatori che hanno vissuto l’esperienza dello scorso anno, cito Bethers, Castellini e Rapisarda”.
“Ricordiamo che due anni fa il Catania era stato dichiarato fallito. Da un lato il punto di partenza è rappresentato dagli sforzi significativi compiuti dalla nuova società. Dall’altro i numeri dicono che, in questo campionato, abbiamo guardato tanto con diffidenza Tabbiani mentre l’arrivo di Lucarelli è stato accolto da tutti come un arrivo importante, vedendo in lui uno di quegli allenatori che potevano dare una svolta, ma la medi punti non è cambiata malgrado anche gli innesti di gennaio. Se non si segna potremo raccontarci mille volte la stessa storia, inoltre gli infortuni continuano ad essere il comune denominatore di questa squadra”.
“Il mercato di gennaio è particolarmente difficile e complicato, perchè non è semplice trovare giocatori pronti. Più facile reperire calciatori che hanno avuto problemi con le rispettive società e, magari, messi ai margini ma che non giocano da tempo. Adesso il Catania valuta l’ipotesi di attingere al calciomercato degli svincolati ma questo è un submercato, di livello più rischioso rispetto a quello di gennaio. Devi avere la fortuna di trovare la pepita d’oro in mezzo ad un granaio. L’errore di gestione lo vedi anche nella misura in cui ti ritrovi un monte ingaggi di una certa imponenza con alcuni giocatori in uscita che sono rimasti e cessioni quasi tutte in prestito. Lo dico nel rispetto di un club giovane che sta investendo tantissimo in termini di risorse, spese e oneri”.
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