Sono i giorni di Sant’Agata e un abbraccio affettuoso e sincero lega in questi giorni in particolare la Santa Patrona di Catania a tutta la cittadinanza. Il calcio in questi giorni passa in secondo piano, sono i giorni della fede religiosa, delle vie della città piene di devoti, turisti e curiosi che animano la terza festa religiosa più partecipata al mondo.
Si incastrano, una prima e una dopo la festa, due partite importanti per la squadra di Cristiano Lucarelli. La prima è andata in archivio con un pareggio a Foggia, una partita che ha messo in evidenza nel secondo tempo una ritrovata verve caratteriale, nella resistenza di fronte all’inferiorità numerica per perseguire un risultato utile. Il Catania non è stato in grado di conservare l’iniziale vantaggio conquistato con Rapisarda. Il bicchiere resta a metà, né pieno né vuoto. Ma martedì a Picerno, contro un avversario davvero tosto, di fronte ad un’emergenza dal punto di vista degli uomini a disposizione si dovrà reagire con una prova di carattere, di nuovo. Si dovrà sopperire alla pesantissima assenza di Zammarini, costretto a fermarsi per infortunio.
Non c’è neanche il tempo per i nuovi arrivati di socializzare tra loro, l’unica opportunità è quella di lavorare sul campo, assimilare presto i concetti impartiti da Lucarelli e provare nella maniera migliore possibile a metterli in pratica nel corso delle partite. Un cammino sempre più complicato per i rossazzurri che dovranno evitare di perdere altri elementi per acciacchi di natura fisica.
Occorre un esame di coscienza generale che coinvolga davvero tutti coloro i quali hanno un ruolo importante all’interno del contesto della squadra. Impossibile accettare un andazzo come quello attuale, e Lucarelli sa bene che le aspettative al momento sono state abbondantemente deluse.
Mentre i catanesi celebrano Sant’Agata, dunque, per il club non c’è tempo per fermarsi. Dopo la festa i tifosi torneranno a soffrire insieme alla squadra, sperando in una svolta. In un piccolo miracolo sportivo.