Da terzo portiere a titolare. Marco Albertoni parla dello spazio concesso da Lucarelli e delle emozioni provate a difesa dei pali rossazzurri, intervistato dal quotidiano La Sicilia:
“Fa piacere perchè vuol dire che ho trasmesso qualcosa di positivo al tecnico e a tutto lo staff. Quando sono arrivato, in emergenza, non mi aspettavo di giocare. Ero a Catania per dare una mano alla squadra e mai avrei immaginato di avere una possibilità disputando sei gare di fila. Lucarelli? C’è stima reciproca, così come ho un rapporto bello, di stima con il preparatore dei portieri Spinosa. Con lui si lavora in modo sereno e accadeva anche con Tomei. Inoltre tra noi portieri c’è sempre stato un ottimo rapporto. Parlo molto con i compagni, suggerisco le posizioni chiamando le marcature essendo l’ultimo giocatore che guarda la squadra agire”.
“Dopo l’esperienza di Renate sono rimasto fermo un anno. Per fortuna ho lavorato con un preparatore dei portieri che ho avuto per sei o sette anni e mi sono allenato con lui insieme alla squadra Under 18 del Genoa. Ho trascorso il periodo in questo mondo, gestendo l’allenamento estivo in modo tranquillo e confidando in una chiamata. Al Genoa ho avuto la possibilità di vedere come si lavora in Serie A e la mentalità che occorre per fare bene. Sono stato a contatto con ragazzi di valore come Perin e Bizzarri, che mi ha trasmesso tanto e anche la tranquillità che serve in questo ruolo. Con Sturaro, invece, eravamo in stanza insieme ed è un giocatore fondamentale, per carisma e qualità c’entra poco in C”.
“Catania è un treno che passa poche volte nella vita e spero di sfruttare le occasioni che avrò fino a fine stagione. Qui è come giocare in Serie A, piazza gratificante per tutto. Playoff? Non sarà facile ma metteremo il giusto impegno e la giusta mentalità, siamo focalizzati solo sul Taranto e subito dopo penseremo al Rimini”.
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