EX ROSSAZZURRI – Mascara: “Catania, poco senso d’appartenenza in squadra. Grella non può fare tutto lui”

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Ospite della trasmissione ‘Big Chance’ a cura di Chancebet News, una delle bandiere storiche del Catania, Giuseppe Mascara, ha parlato delle difficoltà in casa rossazzurra:

“In società hanno ammesso gli errori, sono stati bravi in questo, meno bravi nella campagna acquisti perchè a Catania non serve gente per fare numero. Personalmente avrei preso quattro validissimi giocatori anche di categoria superiore. I dirigenti hanno fatto mea culpa, ma questo mea culpa non può durare in eterno perchè Catania pretende, Catania dà ed ha voglia di riemergere”.

“A questa squadra l’impegno non si può rimproverare, d’altronde l’impegno lo devi assicurare, è il tuo lavoro. I fischi del pubblico? Lo stadio è come un teatro, se lo spettacolo non mi è piaciuto posso fischiare perché ho pagato il biglietto, ti ho sostenuto dal 1’ ma se le cose non vanno bene ho tutto il diritto di fischiare. Programmazione in chiave futura? Se io voglio pensare al futuro non prendo gente di 30 anni ma di 24, 25 che sa già giocare a calcio e mi può dare una mano nell’immediato. Cambiare così tanti elementi sul mercato significa rivoluzionare tutto dentro lo spogliatoio e fuori. In ogni spogliatoio ci sono degli equilibri e l’equilibrio ti fa ottenere il risultato. Per di più la rivoluzione è avvenuta a campionato in corso, non conoscendo bene lo stato di forma e lo status mentale dei calciatori. E’ stato un po’ azzardato. Lucarelli si prende le sue responsabilità e non è certamente uno sprovveduto ma il ragionamento a lungo termine per me è sbagliato perché giochi nel Catania, i tifosi etnei ti hanno sempre sostenuto e adesso vogliono ritornare nel calcio che gli compete. Io penserei all’oggi, non al domani”.

“L’unica arma è il lavoro adesso, senza mezze misure. Loro forse aspettano la gara col Rimini per salvare la stagione, pensando meno al quotidiano. Forse ci siamo illusi a Benevento, in realtà questa squadra è nata senza un’anima dall’inizio dell’anno. L’anima a livello calcistico è una cosa importante. Avevi tutto il vantaggio di programmare mesi prima la nuova stagione. Già a gennaio dello scorso anno mi sarei seduto a ragionare sulla stagione successiva, individuando un allenatore che indicasse i giocatori da prendere in funzione delle proprie idee di gioco. Il tramite, poi, è una cosa importantissima, cioè il Direttore Sportivo che oggi il Catania non ha. Grella non può fare tutto lui. Secondo me andava preso un nuovo Direttore Sportivo. A volte basta una scintilla che ti cambia una stagione. In Serie A successe che due compagni di squadra si presero a cazzotti, dalla settimana successiva andarono a mangiare sempre insieme, diventando i migliori amici. Bisogna capire che quando si varca quell’ingresso la testa deve essere una sola”.

“Senso d’appartenenza? Questo è un altro fattore molto importante. Sono rimasti in pochi ad avere radicato quel senso d’appartenenza. E’ stato sbagliato mandare via lo zoccolo duro dell’anno scorso, in tanti sono andati via e avevano una spiccata appartenenza. Di Carmine? Può fare ancora la differenza quest’anno ed il prossimo perché è l’unico giocatore che sa venire incontro, sa andare in profondità ma vuole chi gli mette la palla nei tempi giusti. Va costruita una squadra intorno a lui. Su tre palle-gol a disposizione so che una e mezza la mette dentro. Devi permettergli di esprimersi nel migliore dei modi. L’unico che può dargli un certo tipo di sostegno secondo me è Peralta, Di Carmine corre tutta la partita e fa mille movimenti anche senza palla”.

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