Durante la seconda tappa del Panini Tour a Catania, Panini Italia ha avuto il piacere nei giorni scorsi di intervistare Giovanni Marchese, ex bandiera dei rossazzurri e attuale CT della Nazionale siciliana. Riportiamo di seguito alcuni estratti dell’intervista di Marchese, che ricorda i bei tempi vissuti sotto l’Etna:
“Quando parlo di Catania mi vengono i brividi. Città meravigliosa, frequentata da tantissime persone splendide, con tanto cuore e affetto. La gente del sud è tipicamente calorosa, ma qui lo si percepisce ancora di più. Io sono innamorato di questa città dal primo giorno che arrivai qui, nel 2006. Con il Catania ho raggiunto l’apice della mia carriera, successivamente andai al Genoa ma a Catania sono stati anni splendidi ottenendo la promozione in dalla B alla A, ho chiuso qui la mia carriera”.
“Spolli era un grandissimo calciatore, mi trovavo particolarmente bene a giocare con lui. Nicolas sapeva che io spingessi abbastanza, mi sentivo le spalle ben coperte da un difensore molto intelligente, attento. Potrei citare anche Sottil, Legrottaglie ma mi sono trovato bene con tutti. Con Nicolas siamo anche amici, ci sentiamo spesso. Lui ora fa il procuratore ed ogni tanto gli suggerisco qualche giocatore interessante. Izco? Per caratteristiche era in qualche modo simile a Barella, quest’ultimo forse è dotato di maggiore corsa. Lodi invece lo accostavo più ad un calciatore come Pirlo. Tanti gol li ho segnati grazie a lui. Mi diceva che avrebbe sempre voluto avere compagni di squadra che lo seguissero come me, c’era una buona intesa. Ricordo anche lo splendido gol al Novara, ci capivamo al volo. Quello era uno schema provato spesso in allenamento. Io muovevo la manina in un certo modo, lui faceva finta di non guardarmi ma poi sapevo che mi avrebbe dato il pallone, il nostro era un po’ un rapporto come marito e moglie. Ciccio lo devo ringraziare”.
“Feci una scelta di cuore tornando al Catania in C. Avevo qualche possibilità di giocare ancora in A ma soprattutto in B, era quasi certa la ripartenza dalla B ma poi quando si è presentata la possibilità di tornare a Catania non ho esitato. Volevo chiudere la carriera qui sperando di riportare il Catania in A. Siamo andati ad un passo dal ritorno in B, purtroppo la traversa ce lo ha impedito. Papu Gomez? Componevamo una bella fascia sinistra con lui, dicevano che la nostra fascia fosse la più forte della A. Facevamo tante belle cose, lui aiutava me, io aiutavo lui con le sovrapposizioni, quando non mi dava la palla rosicavo (ride, ndr) ma c’è un bel rapporto con il ‘Papu’ ed è maturato nel tempo, acquisendo maggiore esperienza fino a diventare Campione del Mondo”.
“Maxi Lopez? Con Maxi non dico che partivi 1-0 ma quasi, giocatore forte, tecnicamente di buon livello, fisicamente ben messo, era difficile togliergli la palla. Ha fatto la differenza. Tanti calciatori come Izco e Gomez inizialmente non si conoscevano, io venivo dalla B, tanti giocatori hanno rappresentato delle scommesse all’epoca di Lo Monaco e Pulvirenti, che evidentemente avevano scommesso bene. Morimoto? Un personaggio sotto tutti i punti di vista, scherzavamo tanto con lui. Mettevamo il parmigiano sul tovagliolo e gli scivolava addosso, gli lanciavamo il mandarino con lo stuzzicadenti e lui si faceva male. Personaggio divertente, gli aneddoti sono tanti. Mascara? Grande giocatore e carattere particolare, estroso nel calcio come nella vita, un bravo ragazzo”.
“Maran? Conservo un bel ricordo, una bravissima persona. E’ stato anche un papà per noi calciatori. Ci voleva bene, ottimo allenatore e persona perbene, facemmo il record di punti in Serie A. Ho avuto la fortuna di incontrare nella mia carriera grandissimo allenatori come anche Simeone, Mihajlovic, Montella, Conte, Lucarelli e Gasperini. Oggi che alleno posso dire di essermi avvicinato di più alle idee moderne di Gasperini. Mi piace il gioco in velocità nell’uno contro uno e sui duelli individuali. Mi piacciono anche tecnici come Pioli, Italiano, ci sono tanti allenatori bravi in Serie A”.
“Cosa dico ai tifosi del Catania? A livello calcistico vivono un momento un pò così, dico di stare vicino ai calciatori perchè ne hanno bisogno. Soprattutto nei momenti di difficoltà è necessario dare loro affetto perché è proprio lì che dai qualcosa in più. Penso che il Catania avrà un bel futuro. Spero presto in un ritorno del Catania in Serie A”.
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