Decima sconfitta in campionato, sesta fuori casa, ennesime difficoltà in zona gol per il Catania. Niente di nuovo sotto il sole. Dopo un’autentica rivoluzione fra cambi dirigenziali (allontanamento del D.S. Laneri), sostituzione alla guida tecnica (Lucarelli al posto di Tabbiani) e stravolgimento della rosa (12 operazioni in entrata, altrettante in uscita con la possibilità d’intervenire ancora sul mercato degli svincolati), più una serie infinita d’infortuni o problemi legati alla condizione fisica non eccelsa di diversi elementi in organico, ad oggi lo scenario è rimasto immutato. Catania attivissimo sul mercato di gennaio, secondo gli addetti ai lavori tra i club principali protagonisti, ma la situazione non accenna a migliorare.
Si è sempre detto che il tempo fosse il nemico numero uno del Catania, osservazione legittima poiché quando si cambiano parecchie unità non è semplice assemblare tante nuove pedine. In questo momento non si può dire che il processo di crescita del ‘nuovo’ Catania proceda per il meglio. La squadra continua a faticare nello sviluppo del gioco. Tanti, troppi errori in fase d’impostazione anche a Picerno. I padroni di casa hanno dimostrato di non essere casualmente secondi in classifica, ma dal Catania ci si attendeva una prestazione diversa. Più votata al sacrificio, generosa e volitiva.
Come spesso accade, questa squadra non riesce a rimontare allo svantaggio iniziale. A volte manca quel pizzico di fortuna che non guasterebbe, vero, ma è un Catania che continua a difettare sotto il profilo del carattere, paga la mancanza di risultati – che mentalmente incide non dando serenità al gruppo – ma si avverte la sensazione che anche fisicamente vi sia un deficit rispetto a molte altre compagini del campionato.
I frequenti cambi di modulo, all’insegna di un Catania in grado di cambiare pelle per disorientare gli avversari, non stanno sortendo gli effetti sperati. Anzi, al momento generano confusione in una squadra che continua a sbagliare ma non impara dagli errori commessi. Palese la continua ricerca di un’identità che tarda ad arrivare. Il tempo stringe, non servono gli alibi. Occorre uno scatto d’orgoglio per raddrizzare una stagione fin qui negativa su tutti i fronti.
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