STURARO: “Catania, mi piace sentirmi parte integrante. Ho bisogno di stimoli, di aiutare dentro e fuori dal campo”

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foto Catania FC

Intervista concessa a La Gazzetta dello Sport da Stefano Sturaro, neo centrocampista del Catania che entro un paio di settimana dovrebbe essere pienamente disponibile. Ne riportiamo alcuni estratti:

Analizzavo il mio momento, la mia vita, e ho preso ad esempio il Catania come soluzione ideale per come vedo io il calcio. Una società nuova con tutto da costruire. A me piace sentirmi parte integrante, non fare quello che timbra il cartellino all’entrata e all’uscita. Allora ho suggerito al mio amico di mandare un messaggio a Lucarelli (attuale allenatore del Catania, ndr) con cui poi mi sono sentito al telefono. Tutto questo prima di Natale, iniziato per gioco. Ero consapevole che le cifre in Serie C sono completamente diverse: puoi essere forte e famoso ma ci sono dei limiti. E io non ho avuto problemi. Il mio primo gol in Serie A proprio contro il Catania? Bella casualità… (Genoa 2-0 Catania, era il 2014 ndr)”.

“In Turchia mi sono liberato un po’ la testa dalle pressioni degli ultimi anni. Poi ho avuto bisogno di altre cose e non ho più sentito niente, quindi ho deciso di fare questa scelta legata soprattutto ad una vita futura e a quello che provo io per il calcio. Sono fatto così: ho bisogno di stimoli, di aiutare dentro e fuori dal campo”.

“Juric nella Primavera del Genoa? È stato il primo a regalarmi questa mentalità un po’ più adulta, facendomi arrivare più preparato. E poi ho avuto la fortuna di trovare in prima squadra Gasperini, il suo maestro. Il mio passaggio dal Genoa alla Juventus? Iniziai alla Sanremese da piccolo, poi le trafile in Primavera al Genoa e la prima esperienza tra i grandi al Modena. Rientrato al Genoa feci il mio esordio con Liverani e Gasperini diede il via al mio vero percorso in prima squadra. Arrivato alla Juventus la differenza fu pesante, perché quando lotti per altri obiettivi in società più strutturate è diverso. Uno step successivo. Ma mi integrai subito in modo naturale, quella Juventus era davvero una macchina perfetta”.

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