Riportiamo una serie di riflessioni di Angelo Patanè, ai microfoni di Telecolor, nel corso della trasmissione sportiva ‘Corner’ dopo la brutta sconfitta del Catania alla ripresa del campionato contro il Crotone:
“Per ragionare sulle prospettive del 2024 dobbiamo un attimo fare un passo indietro, ricordando dove eravamo due anni fa. Tutti avremmo voluto giocare in Serie A, battere la Juventus e l’Inter del triplete come è successo. In realtà poi si è abbattuto un vero e proprio tsunami, nessuno avrebbe voluto i ‘Treni del Gol’ e le vicende che hanno portato al fallimento del Catania. Al di là dell’attuale proprietà si sono avvicendati, nel tentativo – non riuscito – di salvare il Catania, uomini di buona volontà con poche risorse nella migliore delle ipotesi, millantatori e truffatori di ogni genere in altra prospettiva. Poi è arrivata una società che non si è mai occupata di calcio con un presidente che viene dall’altra parte del mondo, con Grella che è alla sua seconda stagione – prima nel professionismo – in questo ruolo. Siamo passati in un anno dal calcio di nessuno, dal fallimento al calcio professionistico. Sono stati commessi errori significativi nella gestione di quest’anno, ma dobbiamo concederlo ad una società che è nuova. Bisogna avere pazienza, non dobbiamo fagocitare tutto il buono che questa società è riuscita finora a fare con investimenti importanti”.
“In questa società l’unica persona che al momento possiede la maggiore esperienza nel ruolo che ricopre è Cristiano Lucarelli. Nel resto dell’organigramma forse il più esperto nel settore è Luca Carra, ma non ricopre un ruolo nella stanza dei bottoni. L’organigramma societario ha bisogno di tempo. Il primo a guardare sotto la lente d’ingrandimento l’operato dei propri dirigenti è Ross Pelligra: per il concetto di una società calcistica che si fonda sugli utili e sui guadagni, ovviamente se dovesse fallire il progetto ne farebbe le spese tutto l’entourage amministrativo di questa società che, di contro, ha investito un bel pò di soldi”.
“Non bisogna buttare la croce addosso a chi ha commesso gravi errori di valutazione. In primis la mancata ottimizzazione dei 4 mesi di tempo per programmare il campionato successivo, che ha visto un coefficiente di spesa significativo per il Catania, con un budget di circa 7 milioni che dimostra come il club abbia investito. Gli errori fondamenti sono stati due, a mio avviso: affidarsi inizialmente ad un allenatore con pochissima esperienza in una piazza con obiettivi così importanti e non avere programmato un ciclo di partite all’altezza in vista del campionato con un sistema di allenamento monitorato dalla società. Inoltre l’assenza di un Direttore Sportivo forse rappresenta un’altra lacuna importante che il club dovrà colmare”.
“Probabilmente 40 giorni di tempo potevano essere abbastanza, per Lucarelli, affinchè costruisse un’identità di squadra. Adesso non è facile gestire un gruppo con diversi nuovi innesti e giocatori che sanno di non far parte della rosa. C’è un problema di rosa che deve essere programmata da qui alla fine del calciomercato, non è facile gestire l’organico in una situazione di totale marasma. Lucarelli sta lavorando in un contesto di rivoluzione copernicana. Chiricò? E’ croce e delizia di questa squadra. Ad inizio campionato era in linea con le aspettative, poi i troppi assoli ripetuti e sbagliati lo hanno messo sotto la lente d’ingrandimento, ma io reputo che se gestito bene rimane un giocatore importante”.
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