Se tra centrocampo e attacco, tutto sommato, il Catania lavora in campo discretamente peccando però nella finalizzazione della manovra ma dando supporto alla fase difensiva, in difesa i rossazzurri hanno tanti problemi da risolvere. Non si direbbe infatti, ultimamente, che fino a qualche tempo fa il pacchetto arretrato etneo fosse uno dei migliori della terza serie a livello di gol subiti. Il grande danno, nel gioco della coperta corta, è che ogni gol incassato è un macigno, perché quasi mai si riesce a rimontare il risultato e guadagnare quindi un punteggio fruttuoso per la classifica. Mentre l’attacco lavora sul cinismo ma costruisce di più rispetto a prima, nella linea arretrata sono diventati troppo frequenti infortuni di reparto o individuali che risultano rovinosi.
Sarà l’impatto con la difesa a tre, forse non ancora digerita appieno, sarà che ci sono dei limiti tecnici, ma bisogna subito correre ai ripari. Contro il Monopoli ingenuità colossale al momento della concessione di una punizione dal limite dai cui sviluppi poi si materializza il pareggio, comunque frequenti sono stati i momenti di tensione che hanno messo i brividi anche ai tifosi. Bisogna rischiare meno, intervenire in maniera puntuale e soprattutto concreta, invece si fa fatica a far ripartire l’azione, a mettere un punto esclamativo sulle incursioni avversarie. Gli esterni devono dar manforte tanto in attacco quanto in difesa, non sempre hanno nella tempestività il loro punto forte, pure per una condizione fisica non ottimale. I centrocampisti ripiegano ma si trovano ad agire su un terreno confusionario. Il solo Castellini sembra avere le idee chiare in questo momento.
Passando ad altre note sulla prestazione di domenica sera. Ottimo l’apporto sulla corsia esterna di Cicerelli. Si vede che il ragazzo sta crescendo, è in fiducia e vuole dimostrare il proprio valore che sulla carta va ben oltre la Serie C. In mezzo la sintonia tra Quaini e Zammarini non è sembrata impeccabile, così come il loro assortimento dal punto di vista tecnico-tattico. Quando Sturaro entrerà in condizione, comunque, è probabile che in mezzo le gerarchie subiranno nuove alterazioni. Infine nota su Chiricò, preso di mira per il suo rendimento non soddisfacente nelle ultime uscite. Quel modo di giocare “sempre uguale” e le occasioni sprecate hanno segnato una rapida flessione verso il basso dopo le ottime prestazioni di inizio stagione. Da capire quale sarà il suo destino, in caso di permanenza dovrà essere impiegato dove può rendere al meglio, in un contesto di squadra che possa supportarlo nella maniera corretta. Che ci sia stata una flessione è evidente, che sia responsabile della crisi del Catania però è un’esagerazione ingiusta per un ragazzo che ha trascinato il gruppo nella prima metà di stagione, cercando di svegliare una squadra, quella che allora era allenata da Tabbiani, in blackout.
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