Il giorno prima della partenza della squadra in direzione Puglia, l’allenatore del Catania Cristiano Lucarelli rilascia le seguenti dichiarazioni in conferenza stampa al “Massimino” facendo il punto sul mercato ed i prossimi impegni che attendono il Catania, a cominciare dalla trasferta di Foggia:
“Febbraio è importante come lo saranno i prossimi mesi per la nostra situazione di classifica, ogni mese successivo è conseguente a quello che fai prima. Avremo diversi impegni a febbraio tra campionato e Coppa Italia, partite ravvicinate tra loro però quando giochi, alleni o dirigi il Catania non puoi sottovalutare niente, neanche una partita di precampionato contro la squadra della montagna. Perché sai che ogni piccolo difetto e ogni piccolo inconveniente viene evidenziato. Foggia in crisi? Mi preoccupa quando incontriamo squadre che tutti dicono essere in crisi. Preferisco incontrare chi sta particolarmente bene perché può essere che gli fai lo scherzetto”.
“Non sono mai soddisfatto fino in fondo, io anche quando vinci e convinci sono sempre all’erta ad andare a cercare la virgola che non ha funzionato perché è un po’ il mio carattere essere perfezionista e non lasciare niente al caso. Noi sul mercato più che giocatori congeniali a Lucarelli abbiamo cercato giocatori congeniali al Catania perché per giocare qui servono determinati requisiti che ti consentano di reggere tutto ciò che vuol dire Catania. Abbiamo cercato giocatori di carisma. Non sono ancora scese in campo queste caratteristiche tra chi deve recuperare, chi è infortunato, chi è arrivato da poco. Andiamo avanti cercando di essere bravi, lucidi, equilibrati in un momento dove noi abbiamo fatto qualcosa di unico, perchè difficilmente si vede in Italia finire un mercato con 12-13-14 nuovi innesti. Non è semplice fare andare bene tutto subito. Visti gli eventi dovevamo assumerci certi rischi e sapevamo che avremmo trovato anche delle difficoltà, solo degli incoscienti potevano pensare che sarebbe andato tutto a dama subito. Questi rischi ce li siamo presi perché vogliamo cercare di fare il massimo già da quest’anno. Non voglio illudere nessuno, soprattutto alla luce del secondo tempo di domenica non mi sento di fare proclami, ma non è impossibile raggiungere l’obiettivo quest’anno. Nella peggiore delle ipotesi ripartiremmo il 15 luglio con una squadra fatta, solo da puntellare in 2-3 situazioni che già sappiamo. Lavoreremmo dal primo giorno di ritiro tutti insieme, partiremmo magari un pochino prima degli altri”.
“Io non alleno gli alibi, alleno altre cose nei miei giocatori. E’ anche vero che noi da un paio di mesi andiamo a fare le partite effettuando spostamenti difficoltosi in questo girone per le trasferte e sempre con 13-14 -15 giocatori che vengono spesso impiegati 3 volte a settimana. Io ho delle aspettative importanti su questo gruppo ma nel momento in cui si riesce a lavorare facendo delle settimane-tipo, avendo l’imbarazzo della scelta, avendo più cambi a disposizione, e non mandando in campo Di Carmine con la paura che si possa far male. Domenica ce l’avevo, tenendo conto dell’impiego di Di Carmine a Rimini pochi giorni prima al freddo e su un campo in sintetico. Bouah poteva non avere un minutaggio ampio e l’ho messo dentro dal 1’, Cicerelli idem. Poi l’infortunio del portiere ha rappresentato un cambio buttato via, oltre al danno ti giochi uno slot e una possibilità”.
“Domenica dopo i primi 15 minuti mi ero illuso che potesse essere una serata positiva perché la squadra era partita bene, con un approccio che non aveva avuto neanche a Rimini, dove forse si era avvertita un po’ di tensione ed il peso della partita ma poi ci siamo sciolti. Soprattutto dalla parte di Cicerelli ho visto il Catania calciare in porta, onestamente ero fiducioso. A fine primo tempo ero soddisfatto della prestazione, ho chiesto ai ragazzi non di gestire ma di cercare il secondo gol perché sul piano fisico potevamo avere un calo, nella ripresa non siamo stati noi. Ci siamo abbassati, ritmi bassi, perse le distanze, si sono allargate le maglie, ho cercato di porre rimedio senza riuscirci. Nel lungo periodo ci siamo persi, soprattutto nella ripresa siamo stati meno brillanti, sottotono e le conseguenze si sono viste nel risultato. Dopo una bella partita a Rimini, dove abbiamo dominato in lungo e in largo, c’è stata con quasi gli stessi undici una flessione fisica evidente perchè nonostante fossimo in vantaggio ed in superiorità numerica abbiamo perso campo già prima delle altre sostituzioni. Siamo andati in difficoltà soprattutto quando loro hanno cambiato modulo mettendosi a 4, in modo da far salire i terzini. A quel punto noi facevamo fatica con le scalate, non avevamo più la gamba per essere puntuali nei tempi giusti, e allora passando al 4-3-3 abbiamo cercato di tenere bloccati i loro terzini e pareggiare numericamente a centrocampo”.
“Le insidie grosse in una situazione come la nostra sono due. Innanzitutto il fatto che si possa pensare che con i neo acquisti adesso vinciamo tutte le partite. Non è così purtroppo. Tanti acquisti dimostrano la volontà forte della società di cercare di arrivare agli obiettivi il più velocemente possibile ma al tempo stesso non è sinonimo di garanzia di vittorie. E poi c’è il tempo per preparare le partite e recuperare i calciatori. Noi abbiamo diversi giocatori che vanno gestiti perchè hanno o vengono da problemi fisici. Prendete Di Carmine, nel giro di 5 mesi è stato sul campo 2 mesi e mezzo ed il resto del tempo in infermeria. E’ un giocatore che non ha fatto la preparazione, arrivando a stagione iniziata. Di Carmine è sempre una tentazione per ogni allenatore, domenica non era previsto che giocasse e forse sarebbe stato meglio inserirlo a mezzora dalla fine. Col senno di poi vinceresti anche alla lotteria di capodanno, ma di certo se avessi avuto lui l’ultima mezzora con gli spazi che c’erano, fresco, in un momento in cui i ritmi si erano abbassati con due esterni che potevano metterlo nelle condizioni di segnare forse avremmo potuto approfittarne. Lui è una tentazione e l’ho fatto partire dall’inizio, ma è un calciatore che se forzato nel minutaggio senza i dovuti recuperi poi rischia di rifarsi male. Così come ci sono altri giocatori che in passato o di recente hanno avuto problemi. Welbeck non gioca titolare da dicembre 2022, lo sapevamo di aspettare un po’. Cicerelli aveva giocato l’ultima volta dal 1’ nove mesi prima. Faccio certe scelte perchè ho la situazione davanti, noi lavoriamo con i gps che ci dicono quanto un giocatore lavora durante la settimana, quanto percorre, a che velocità, poi abbiamo dei parametri che ci indicano se è tutto a posto o meno. Valutiamo in settimana chi sta meglio dell’altro o meno. Facciamo delle valutazioni e molte di queste valutazioni dipendono dagli allenamenti. Io sono per aprire gli allenamenti ai tifosi nei primi due giorni della settimana, così vedono coi loro occhi e magari capiscono certe scelte fatte poi la domenica”.
“Noi in poco tempo dobbiamo fare quello che gli altri hanno fatto in tanti mesi di lavoro, diventare squadra, competitivi, una squadra che nella peggiore delle ipotesi porti a casa lo 0-0. Devi portare a casa punti sempre, sempre. Poi dobbiamo fare squadra, spogliatoio, gruppo, far sì che chi può prendere in mano le gerarchie lo faccia. In tutte le squadre c’è il capitano, ma non è detto che poi sia anche il leader. Io ero leader anche quando non ero capitano. Il capitano porta la fascia ma poi i leader contano di più. Noi quelli che riteniamo possano avere queste caratteristiche al momento non li abbiamo ancora per infortunio o per tutta una serie di situazioni create”.
“Io più le situazioni sono difficili, più mi attraggono, se no sarei rimasto a casa con due anni di contratto profumatamente pagato, molto più di qui, oppure avrei potuto allenare in B. Invece ho scelto Catania perché nel calcio devi avere un minimo di senso di appartenenza, se no diventa un mestiere come timbrare il cartellino al Comune, con tutto il rispetto per loro. Per me il calcio è che se vai a Catania e non vinci ti prendi gli insulti, i fischi, poi non devi lamentarti dopo. Domenica me li sono presi in tutti i settori dello stadio, li ho presi volentieri. Io sono un perverso, mi piace avere tutti contro, mi dà il sale, l’energia di svegliarmi la mattina. Quando tanti sono contro di me capisco che sono sulla strada giusta. Preciso una cosa: quando non sempre tengo le conferenze stampa pre gara non lo faccio perché sono stressato o preoccupato, ma perché in preparazione delle gare infrasettimanali il tempo a disposizione è poco. Io sono ancora contento di avere fatto questa scelta nonostante tante persone che mi vogliono bene dicevano chi me l’avesse fatto fare”.
“Ladinetti al Taranto al Crotone? Sceglie il giocatore. Ladinetti è sempre stato richiesto da tante squadre nuove, lo hanno richiesto praticamente tutti, tranne poche squadre. Però poi per concretizzare l‘operazione devono essere soddisfatte tre condizioni. Da un lato la società che vende, dall’altro la società che compra e la volontà del calciatore. A volte sul mercato trattative che sembrano impossibili da portare a termine si realizzano o viceversa. Abbiamo tantissime richieste per i nostri giocatori. Chiricò? Che io sappia in questo mercato la società non ha ricevuto proposte, quindi a me personalmente non mi crea problemi la cosa, anzi. Siamo tanti in rosa, dovremo consegnare alla Lega la lista definitiva dei 24 che faranno parte di questo finale di stagione entro venerdì, poco prima della partita di Foggia. Le condizioni di Bethers? Lo staff medico sta facendo le ultime valutazioni per capire se operare o se si va avanti in maniera conservativa. Tra qualche giorno ne saprò di più, sostenendo il ragazzo le ultime visite. So che è interessato il ginocchio ma non ho capito ancora benissimo la dinamica. Più o meno dovrebbero essere 2-3 mesi di stop”.
“Con Furlan non mi ero lasciato bene anni fa? E’ più importante il bene del Catania che il mio. Mi sono fatto una chiacchierata con Jacopo, ci siamo sentiti telefonicamente. Allora era un periodo particolare tra il Covid, la situazione societaria ed i ragazzi che da tempo non riscuotevano gli stipendi, da lì la famosa colletta dei tifosi. Eravamo un pò tutti poco lucidi in quel momento. Abbiamo trovato il modo di chiarirci con un ragazzo ora diverso. Lui lo ebbi anche a Viareggio. Negli ultimi anni ha giocato anche in A, è maturato. Prima ero molto più guascone, adesso ho visto un ragazzo inquadrato, alla fine abbiamo scelto lui nel momento in cui è venuta fuori la possibilità di riportare in Sicilia un altro ragazzo che conoscesse l’ambiente. C’è chi pensa che non vadano bene le minestra riscaldate, ma a gennaio è molto meglio puntare su chi conosce bene la piazza. Ci siamo chiariti e abbracciati. Oltretutto il ragazzo sarebbe venuto anche se Bethers non si fosse infortunato, dandomi la disponibilità di fare il dodicesimo in maniera serena. Mi sono convinto che nella vita si sbaglia tutti, io poi di sbagli ne ho fatti una marea. Giusto avere una seconda opportunità dopo avere chiarito determinate cose, ripartendo per il bene comune che deve sempre muovere tutti noi. Invece di fare la gara a chi ce l’ha più lungo, si mette il Catania davanti a tutto”.
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